di Raffaele Bonanni
ROMA (ITALPRESS) – L’Europa si trova di fronte a una fase cruciale della sua storia. L’annunciato disimpegno degli Stati Uniti nella sicurezza europea, la guerra in Ucraina che si protrae ormai da tre anni e la crescente influenza russa e cinese sono segnali di un mondo in rapido mutamento. In un contesto globale caratterizzato da nuove alleanze e dinamiche geopolitiche, l’Unione Europea è chiamata a una scelta decisiva: assumere un ruolo di responsabilità o rischiare di sgretolarsi, diventando spettatrice passiva di eventi che minacciano la sua stessa esistenza. Il graduale disimpegno degli Stati Uniti nella sicurezza europea, reso evidente dall’attenzione strategica di Washington verso l’Indo-Pacifico, rappresenta un campanello d’allarme. Per decenni, l’Europa ha potuto contare sul sostegno militare americano attraverso la NATO, delegando gran parte delle sue responsabilità difensive. Tuttavia, con un’America sempre meno disposta a garantire la sicurezza del continente, l’Europa deve affrontare l’urgenza di rafforzare la propria capacità militare. Serve una politica comune di difesa, che vada oltre le divisioni nazionali, e un aumento degli investimenti nel settore, per evitare che l’instabilità si propaghi all’interno dei suoi confini.
Il conflitto in Ucraina, ormai al terzo anno, è un banco di prova per la coesione e la determinazione europea. Sebbene siano stati fatti sforzi significativi per sostenere Kyiv attraverso sanzioni economiche e aiuti militari, l’unità dell’Europa vacilla di fronte alle pressioni russe. Mosca, nonostante le difficoltà economiche e militari, continua a esercitare una forte influenza politica grazie a infiltrazioni strategiche nei Paesi europei e a relazioni con Stati a est, amici dell’Europa ma vulnerabili. Se l’Europa non rafforza il proprio impegno, il conflitto rischia di congelarsi in una situazione di stallo, favorendo ulteriormente l’espansionismo russo. Il Medio Oriente è teatro di cambiamenti epocali, ma l’Europa sembra incapace di rispondere in modo adeguato. La sua posizione tiepida nei confronti dell’Iran, nonostante il regime liberticida e il sostegno al terrorismo, ne evidenzia la mancanza di incisività. L’Iran, stretto alleato di Russia e Cina, rappresenta un pericolo per la stabilità globale e per l’influenza europea nella regione. Allo stesso tempo, le nuove dinamiche mediorientali, come l’avvicinamento tra Israele e alcuni Paesi arabi, offrono opportunità che l’Europa non può permettersi di perdere.
Se l’Europa non agirà con decisione, sarà essa stessa a incentivare l’aggressività e la penetrazione di russi e cinesi. Mosca e Pechino sfruttano ogni segnale di debolezza europea per estendere la loro influenza economica, politica e militare. La Russia utilizza l’energia come arma strategica, mentre la Cina investe in infrastrutture e tecnologia, consolidando la sua presenza nei Balcani e in altre aree chiave. L’Europa non può più permettersi di essere spettatrice. Deve diventare protagonista di una nuova era geopolitica, assumendosi pienamente le proprie responsabilità. Promuovere un’autonomia strategica che non escluda, ma affianchi, l’Alleanza Atlantica. Sostenere con maggiore decisione Paesi come l’Ucraina, adottando una posizione chiara contro ogni forma di aggressione. Riconoscere il Medio Oriente come una regione chiave per il proprio futuro e agire di conseguenza. Solo un’Europa unita, forte e consapevole del proprio ruolo potrà evitare di sgretolarsi sotto il peso delle sfide globali. Il momento di agire è ora: il futuro del continente dipende dalle scelte che saranno fatte nei prossimi anni.
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