L’anestesiologia, una disciplina in continua evoluzione

ROMA (ITALPRESS) – L’anestesia è una disciplina medica fondamentale per consentire l’esecuzione di interventi chirurgici, esami, terapie dolorose, garantendo al paziente comfort e sicurezza. Il ruolo dell’anestesista è cruciale non solo nel somministrare l’anestesia, ma anche per sorvegliare le funzioni vitali del paziente, e per gestire il dolore seguente all’intervento. L’anestesiologia è in continua evoluzione. Tra le ultime novità ci sono classi di farmaci che riducono il rischio di effetti collaterali e migliorano il recupero post operatorio. In fase di progressivo sviluppo anche le tecniche di anestesia locoregionale avanzata, che sotto la guida dell’ecografo agiscono su specifici centri nervosi, lasciando il paziente vigile e collaborativo. Lo ha detto Alessandra Mondovì, specialista in anestesia, rianimazione, ginecologia e ostetricia presso l’istituto clinico Humanitas di Rozzano, intervistata da Marco Klinger, per Medicina Top, format dell’agenzia di stampa Italpress.
“In ogni campo sono migliorate le tecniche mediche: l’anestesia di adesso non è quella di anni fa, è molto cambiata – ha esordito – I farmaci vengono metabolizzati molto velocemente, e poi un tempo l’anestesia generale era l’unica alternativa possibile, ora ci sono quelle locoregionali, in cui vengono addormentate solo delle parti del corpo, per quei pazienti che hanno problematiche mediche varie che rendono l’anestesia generale meno idonea. Ci sono sedazioni più o meno profonde, con farmaci a dosaggi particolari che tolgono la coscienza e il dolore, ma mantengono il respiro spontaneo – ha aggiunto Mondovì – Abbiamo pazienti che nel pomeriggio vengono mandati a casa, prima ci volevano quei sette-dieci giorni di ricovero”. Sulle attuali tecniche di anestesia: “L’obiettivo è non far provare dolore al paziente – ha ribadito – Nell’anestesia generale vengono utilizzati farmaci derivati della morfina che si somministrano durante l’intervento, altrimento il paziente si sveglia e avrà un male tremendo. Possono essere anche posizionati dei cateteri per l’anestesia locale – ha sottolineato Mondovì – I pazienti normalmente si svegliano anche da interventi grossi e grazie a diverse tecniche anestesiologiche lo fanno tranquilli e senza aver provato dolore”.
Sempre più utilizzata è l’anestesia personalizzata: “Ogni paziente è diverso, ha il suo grado di ansia che va in qualche maniera controllato. A seconda dell’intervento, si può scegliere una tecnica piuttosto che l’altra, privilegiare uno o l’altro farmaco – ha puntualizzato – A volte basta fare due chiacchiere con il paziente per capire, perchè i pazienti vanno osservati e ascoltati, danno tante informazioni utili”. “Ci sono quelli che io definisco i ‘pazienti peggiorì, non sono quelli con patologie associate alla base, non sono quelli più complicati insomma, ma quelli che hanno studiato su Google prima di essere giunti da te – ha raccontato – Chi studia su Google prima spesso è un paziente spaventato, e a volte basta una battuta, una chiacchiera che esuli dal contesto dell’intervento e si rilassano e va tutto bene”.
Infine, sull’importanza dell’anestesista nell’ambito di un’operazione chirurgica: “L’anestesista è a volte una figura in secondo piano rispetto al chirurgo, in realtà ha un ruolo importante in una sala operatoria, sia per il benessere del paziente che per l’esito dell’intervento chirurgico. Affinchè vada tutto per il verso giusto, bisogna mantenere la calma ed evitare la confusione – ha concluso – Occorre lavorare di equipe, è importante che ci sia sintonia”.

– foto tratta da video Medicina Top –
(ITALPRESS).

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