Campionato svilito, così il tennis supererà il calcio

Angelo Binaghi, presidente della Federtennis, giura che un giorno il tennis finirà per superare il calcio. Per lui è una questione di storia, per me una questione non epocale ma di ore: alle 19.31 di domenica, dopo il brillante precedente successo di Berrettini, Jannik Sinner ha consegnato all’Italia la seconda Coppa Davis consecutiva. E intanto al Maradona si giocava Napoli-Roma, uscita da un notevole dormiveglia grazie a un gol del “vecchio” Lukaku al 53′. Sabato, poi, lo scempio di Milan-Juve poteva evocare il prestigio di altri sport che ingiustamente chiamiamo minori.
Giuro che il mio sconforto non è associato ai recenti trionfi tennistici degli azzurri (che condivido con cuore italico, comprese le vittorie incredibili di Sinner) ma da tempo allo svilimento del massimo campionato. E coinvolgo anche le migliori della classe, l’Inter che prosegue solo la Corsa della Stella, il Napoli che, pur primo con grande merito, vince senza sforzi ma suggerisce di soddisfare le giuste pretese di Conte; assolvo l’Atalanta tuttavia ricattandola: sarà davvero Dea se vincerà lo scudetto. Provarci non basta. Non sto a considerare il doloroso terzo esordio di Ranieri in giallorosso: nel 2009 e 2019 aveva Totti e compagni d’altro livello, stavolta gli è capitata la brutta imitazione della Lupa mourignana. Posso solo imputargli l’impiego di Dybala all’89’: lo ritiene forse un ariete sfondareti? Le sue virtù salvifiche le ha comunque esibite: una difesa attenta, coordinata, capace anche di suggerire contrattacchi, Lukaku l’ha colpita a freddo forse perchè non s’era messo in mostra ed è stato sottovalutato. Ma lui è così. Nato per il gol. E mi piace ricordare i suoi primi passi che appartengono al “mio calcio”, il mondo dei ragazzi. Ha esordito a 16 anni (come Camarda!) con l’Anderlecht vincendo subito il campionato. Conte lo ha avuto e rivoluto, Allegri l’ha desiderato, Mourinho l’ha…onorato. La Roma lo ha ripudiato dopo 47 partite con 21 gol. Quando sessant’anni fa mi dissero che non ci voleva una straordinaria intelligenza per capire il calcio dimenticavano i Ricchi Scemi identificati da Giulio Onesti. Malagò, credo che tocchi a te dire qualcosa.

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