CAMPOBASSO (ITALPRESS) – Nei primi mesi del 2024 la crescita dell’economia del Molise ha sensibilmente rallentato. Secondo le nostre stime, nel primo semestre l’attività economica regionale sarebbe cresciuta dello 0,3 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, una dinamica simile a quella indicata dall’Istat per l’Italia (0,4). E’ quanto emerge
dall’aggiornamento congiunturale dell’economia del Molise di
Bankitalia.
La frenata ha risentito del fiacco andamento della domanda interna, in particolare dei consumi e degli investimenti privati; è invece proseguita la crescita delle esportazioni, che incidono tuttavia in misura relativamente contenuta sul prodotto regionale. Le più recenti informazioni disponibili prospettano per il terzo trimestre un ulteriore indebolimento del quadro congiunturale.
Nel settore industriale l’attività dei primi nove mesi dell’anno si è nel complesso ridotta, risentendo soprattutto della flessione del comparto automobilistico, concentrata nel terzo trimestre; tra le aziende con sede in regione, il sondaggio autunnale della Banca d’Italia ha rilevato una sostanziale stabilizzazione delle ore lavorate e una lieve revisione al ribasso della spesa per investimenti rispetto a quanto programmato.
L’attività delle costruzioni ha invece ripreso a crescere, grazie all’espansione della spesa per la realizzazione di opere pubbliche, connessa anche con l’avanzamento dei cantieri finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Nel terziario le attività commerciali hanno risentito dell’ulteriore frenata dei consumi delle famiglie nel primo semestre dell’anno. Le condizioni economiche e finanziarie delle imprese sono rimaste nel complesso ancora favorevoli, con risultati reddituali positivi e un netto incremento delle disponibilità liquide.
La crescita del numero di occupati, in atto nel biennio precedente, si è interrotta nel primo semestre del 2024; tra le nuove posizioni lavorative alle dipendenze del settore privato è cresciuta la rilevanza di quelle con contratti a termine e attivate nel comparto dei servizi. Le ore autorizzate di Cassa integrazione guadagni sono diminuite, portandosi su un livello inferiore a quello rilevato prima della crisi pandemica. Il potere d’acquisto delle famiglie è moderatamente cresciuto, in presenza di un sostanziale azzeramento del tasso di inflazione.
Il credito bancario al settore privato non finanziario è diminuito; sul calo ha pesato soprattutto la flessione dei prestiti alle imprese, in particolare nel settore manifatturiero. Gli indicatori della qualità del credito hanno mostrato un miglioramento, soprattutto per il settore produttivo, anche grazie al rafforzamento delle condizioni economiche e finanziarie delle imprese rilevato negli ultimi anni. La crescita dei depositi bancari si è accentuata ed è proseguito il consistente afflusso di risparmi delle famiglie verso strumenti finanziari maggiormente remunerativi.
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