Libia: governo dell’est non sblocca siti petroliferi

Il governo dell’est della Libia non sbloccherà i siti petroliferi e non revocherà lo stato di forza maggiore sulla ripresa della produzione petrolifera finché il nuovo governatore, Naji Issa, non assumerà le sue funzioni in Tripoli. Lo rivela una fonte del settore petrolifero libico al sito di informazione locale “al Menassa”.

La precisazione arriva dopo che lunedì, la Camera dei Rappresentanti libica, ha votato per scegliere Naji Issa come governatore della Banca Centrale e Marai Al-Barasi come suo vice. Oggi i media locali citano due ingegneri che lavorano nel giacimento Gallo 59 che hanno affermato di essere in attesa di istruzioni da parte della Oil Corporation per riprendere la produzione, posta in stato di forza maggiore dal 26 agosto scorso.

La missione delle Nazioni Unite ha sottolineato l’urgente necessità di porre fine alla chiusura dei giacimenti petroliferi e di interrompere la loro produzione, chiedendo che le entrate siano indirizzate attraverso il quadro istituzionale appropriato alla Banca Centrale.

Un membro della Camera dei Rappresentanti e del Comitato per il dialogo sulla Banca centrale della Libia, Al-Hadi Al-Saghir, ha affermato di essere d’accordo con le dichiarazioni di Stephanie Khoury, capo della missione delle Nazioni Unite in Libia, sulla necessità di porre fine il blocco petrolifero e indirizzare le entrate petrolifere verso le strutture corrette affinché tutti i segmenti della società possano trarne vantaggio.

La National Oil Corporation ha annunciato all’inizio del 2024 di avere piani ambiziosi per aumentare la produzione a 1,5 milioni di barili al giorno entro la fine del 2025 e a 2 milioni di barili al giorno entro tre anni. Ma la produzione è stata interrotta lo scorso agosto a causa dell’impasse politica nel paese.

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