L’Italia vittoriosa di Spalletti (2 a 1 a Israele) non gioca solo a pallone, l’Azzurra scrive romanzi. In tenebra e in luce. Meglio: produce fiction pulp/horror come Svizzera-Italia o emozionanti spettacoli come Francia-Italia. L’ho capito da tempo, siamo narcisi, vogliamo giostrare solo con avversari di qualità. Spagna ’82 e Germania 2006 ne danno ampia testimonianza. Con Israele – dominio storico, opposizione platonica, ultima vittoria il 5 settembre 2017 a Reggio Emilia con gol di Ciro Immobile – superati i 13 e 21 secondi di follìa, ecco mezz’ora di sonno, al 31′ ho addirittura sperato che Salomon ci desse la sveglia. Poi al 37′, finalmente, i Fratelli d’Italia (nerazzurri) all’opera: Dimarco istruito da Raspadori e Kean serve pulito col solito mancino Frattesi che insacca con quel sorriso da selfie alla mamma che impreziosisce vieppiù la sua figurina. Ecco una efficace catena di montaggio, arriva anche il gol di Moise al 62′. Applausi. Tanti alla difesa che stava per chiudere finalmente senza prendere gol ma era giusto concedere agli avversari il gol della bandiera, Abu Fanu al 90′. Molti i bravi del rinascimento spallettiano: Tonali ça va sans dire, ma io voto Frattesi e con lui Raspadori che lavora per tutti, sembra un capitano (e non dimentichiamo che dal 4 dicembre del ’21, chiamato in azzurro, ha segnato 7 gol, Er Più).
Fatto il gol, rinasce un pò di gioco anche nella manovra della Nazionale 2 che Spalletti ha portato a Budapest con 5 novità. Significativa, per la manovra meno limpida, l’assenza di Calafiori infortunato, Gatti unico juventino sostituisce sereno – ehm ehm – Di Lorenzo, Kean è per Pellegrini. Retegui entra solo all’86 ma va a vuoto. Donnarumma riposa. Operosi Brescianini e Udogie. Continuo a studiare Ricci, l’hanno raccontato fenomeno, ho bisogno di approfondire. Certo è arrivato a dare man forte a un’Italia che vince. Una piacevole novità.
E’ importante pensare – infine – ai 100 minuti di respiro consentito a un popolo in guerra più che a una battaglia calcistica per conquistare un posto al Mondiale. E’ sport, porta aperta alla Pace. Che Dio la mandi. Gli uomini non bastano.
L’Italia di Spalletti scrive romanzi tenebra e luce
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