L’inverno demografico rischia di far collassare il mercato del lavoro

MILANO - RAGISTRO DELLE NASCITE IN UNA SALA PARTO DI OSPEDALE (MILANO - 2004-02-09, Alberto Cattaneo) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

di Raffaele Bonanni
ROMA (ITALPRESS) – Negli ultimi cinquant’anni l’Italia e altre nazioni industrializzate hanno vissuto trasformazioni significative. L’aspettativa di vita è cresciuta notevolmente, passando da 71 anni nel 1970 a 83 anni per i maschi e 86 per le femmine oggi, grazie al miglioramento delle condizioni di vita e socio-economiche, nonostante la pandemia recente.
Contemporaneamente, il tasso di natalità è sceso da 18 nascite ogni 1000 abitanti a 6,4. Questa riduzione di due terzi nelle nascite in cinquant’anni sottolinea che questi fattori diventeranno ancora più rilevanti in futuro. Queste statistiche dovrebbero spingere la nostra classe dirigente a riflettere e a sviluppare politiche del lavoro che tengano conto della realtà attuale.
Il nostro paese è alle prese con un inverno demografico, un aumento esponenziale degli anziani e un sistema educativo che fatica a rispondere alla domanda di qualifiche elevate, mentre molti giovani emigrano in cerca di salari migliori.
Continuiamo a utilizzare modelli di welfare e regolamentazioni del mercato del lavoro obsoleti, così come un sistema educativo che non supporta l’adeguamento delle competenze alla rivoluzione tecnologica in corso. Questo avviene in un contesto di cambiamenti significativi nei metodi produttivi, aggravati dai ritardi della nostra classe dirigente. Non si considera il valore dei lavoratori anziani, che potrebbero contribuire notevolmente se incentivati da normative flessibili e opportunità vantaggiose per la loro pensione futura.
In conclusione, chi non può più lavorare è una questione a parte; chi invece desidera continuare a lavorare dovrebbe avere la possibilità di sfruttare appieno le proprie competenze ed esperienze, arricchendole con formazione digitale mirata. Per i giovani, è fondamentale un orientamento verso percorsi professionali di alta qualificazione.
Le aziende incontrano difficoltà nell’assumere lavoratori qualificati, che rappresentano quasi il 50% delle potenziali assunzioni, e il tasso di occupazione tra i 25 e i 64 anni è del 66%, inferiore di 10 punti rispetto alla media UE. Se non si interviene, questa situazione potrebbe avere conseguenze gravi, riducendo la nostra capacità di soddisfare le esigenze del mercato del lavoro e portandolo al collasso.
Un alto debito e tassi di interesse elevati, uniti a un PIL in calo a causa della contrazione produttiva, sono lo scenario che ci attende se non cambiamo direzione. Tuttavia, abbiamo ancora la possibilità di agire e investire nelle risorse umane. È necessario prendere decisioni rapide e mirate per garantire la sostenibilità del mercato del lavoro.
Sindacati, governo centrale e locali dovrebbero collaborare per offrire soluzioni nuove e valide per il paese. Le forze politiche devono concentrarsi sugli aspetti cruciali per l’economia e le condizioni di lavoro, piuttosto che su se stesse.
In breve, è essenziale che le parti sociali e il governo agiscano e che le forze politiche pongano al centro della loro agenda gli aspetti rilevanti per l’economia e il lavoro. Restare fermi in questo contesto di cambiamento è pericoloso.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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