TORINO (ITALPRESS) – “L’elezione del riformatore Pezeshkian a presidente della Repubblica Islamica dell’Iran è il segnale di un nuovo vento di libertà o piuttosto una impietosa illusione? Nessuna delle due cose. La domanda da porsi è un’altra”. Inizia così l’analisi dell’ambasciatore Ettore Sequi sulle elezioni in Iran. “La domanda da porsi – prosegue nel suo intervento al quotidiano ‘La Stampa’ – è se Pezeshkian abbia o meno la possibilità di realizzare almeno in parte le proposte del suo programma elettorale o sia destinato a diventare un utile strumento del regime per tentare di compattare una opinione pubblica disillusa, una mano di vernice fresca per celare le crepe nei muri scrostati di un sistema politico impopolare”. Secondo Sequi la gente è tornata alle urne spinta dalla paura di una vittoria del ‘falco’ Jalili, e “in questa elezione hanno avuto un ruolo importante i giovani, duramente colpiti dal regime nelle loro aspirazioni”.
In campagna elettorale Pezeshkian “si era espresso a favore di negoziati con gli Stati Uniti” su diritti civili e alleggerimento delle sanzioni, ma “in questa agenda riformatrice Pezeshkian avrà alcuni importanti ostacoli: innanzitutto il Parlamento, saldamente controllato da conservatori e radicali. Poi la Guida Suprema Khamenei, che gestisce direttamente le questioni più importanti, come la politica estera o il nucleare. Infine i Sepah Pasdaran, i Guardiani della Rivoluzione”. Per l’ambasciatore resterà a Pezeshkian “la possibilità di influire sui temi dell’economia e dei diritti sociali”. Gli obiettivi strategici dell’Iran è prevedibile che non cambieranno: tra questi, “estendere l’influenza nella regione, scacciare gli Stati Uniti dal Medio Oriente, indebolire Israele”. Al contempo è possibile che “a tale continuità sostanziale si possa accompagnare una minore aggressività retorica. Analoga continuità è prevedibile all’interno”.
“Non si devono dunque riporre attese messianiche o irrealistiche nella presidenza Pezeshkian – conclude Sequi -. La realizzazione di parte del suo programma sarà funzione della sua capacità di mediazione con gli altri, ostici e riluttanti, snodi del regime”.
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