CATANZARO (ITALPRESS) – Nel 2023 l’economia calabrese ha rallentato, a causa della perdita di potere d’acquisto delle famiglie e dell’irrigidimento delle condizioni di accesso al credito, ma in prospettiva potrebbe beneficiare della forte frenata dell’inflazione, in relazione soprattutto al calo dei prezzi dei beni energetici. E’ la sintesi del rapporto sull’economia regionale predisposto dalla Banca d’Italia ed illustrato oggi a Catanzaro alla presenza del direttore di filiale, Marcello Malamisura. “Nello scorso anno si è registrata una crescita dello 0,6 per cento, in linea con la media del Mezzogiorno e poco inferiore a quella nazionale. Nel complesso continua la fase di recupero, avviata dopo la pandemia, una dinamica allineata agli scenari nazionali, grazie a segnali confortanti come il livello delle attività economiche e dell’occupazione. Il fatturato delle imprese cresce in maniera più contenuta, specie il settore dei servizi, ancora bene il comparto delle costruzioni, nel manifatturiero invece emerge una lieve riduzione dei volumi produttivi”.
Parlando di famiglie, Malamisura ha aggiunto che “il lieve aumento dei livelli occupazionali ha reso possibile la crescita dei redditi disponibili, sebbene ancora inferiori rispetto alla crescita del costo della vita causata dalla fiammata inflazionistica che, nel corso dell’anno scorso, è andata riducendosi, lasciando ben sperare per il futuro”.
La performance dell’economia regionale rimane condizionata dalla quota contenuta di nuove imprese ad alta crescita, soprattutto di quelle operanti nei settori a maggiore intensità di tecnologia e conoscenza. Inoltre, la Calabria si caratterizza per una bassa presenza di imprese multinazionali. Nello specifico della tematica lavoro, il direttore ha evidenziato che “si rileva un disallineamento tra le tipologie dei lavoratori richiesti dalle aziende, specialmente quelle qualificate in discipline scientifiche, e l’offerta di lavoro che spesso non corrisponde. Occorre quindi costruire un ecosistema che sia più favorevole alla crescita dell’iniziativa privata e alle imprese di nuova costituzione. Ci sono poi le dinamiche demografiche su cui occorre riflettere, la popolazione negli ultimi venti anni si è ridotta e questo si riflette sulla partecipazione al mercato del lavoro. Oltre all’invecchiamento, persiste un forte saldo migratorio interno, molti giovani vanno via dalla regione”.
Sul capitolo Pnrr ed investimenti pubblici, Malamisura ha così aggiunto: “Non parliamo solo di opere, ma di riforme che possono aiutare l’attività economica. In regione abbiamo risorse che sfiorano i 5 miliardi, nella fase di realizzazione siamo in linea con il quadro nazionale, registriamo l’avvio dei cantieri ma lo stato di attuazione è ancora limitato. In questo si distingue il ruolo rilevante che i piccoli enti territoriali hanno nella gestione amministrativa della messa a terra delle risorse e su cui si riscontrano difficoltà”.
A tal riguardo, gli incassi degli enti territoriali hanno continuato a crescere sensibilmente, trainati dai trasferimenti statali; le entrate tributarie rimangono invece condizionate sia dalla ridotta capacità fiscale dei contribuenti calabresi sia dalla bassa velocità di riscossione da parte degli enti. La situazione di bilancio è migliorata, ma è ancora peggiore rispetto al resto del Paese, soprattutto per le Province e per i Comuni di maggiore dimensione.
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