di Raffaele Bonanni
ROMA (ITALPRESS) – Giunti alla conclusione della campagna elettorale, ed eletta la delegazione italiana nel nuovo Parlamento europeo, dobbiamo cambiare radicalmente il modo di essere degli italiani nella Ue. La campagna elettorale avrebbe potuto essere certamente migliore, ed infatti ha ricalcato essenzialmente la noiosa normalità dello scontro tra gruppi politici, ma non ha pienamente riguardato gli aspetti eccezionali che lo scenario mondiale pone a noi italiani ed europei. Il punto principale dovrebbe essere come utilizzare intensivamente il ricco lascito storico della cultura, della conoscenza e delle risorse economiche per affrontare il futuro e garantire prosperità e crescita civile per i popoli del nostro continente. Le nostre produzioni, il nostro modello di vita basato su libertà civili, sociali e politiche, vengono sfidate e messe in discussione da paesi privi di libertà, di diritti del lavoro e irrispettosi delle convenzioni e dei trattati internazionali. Non bastano da sole le antiche sovranità nazionali a provvedere alla nostra sicurezza e alla competizione economica nei mercati. È necessaria una Unione che abbia almeno sovranità concesse dagli Stati membri sulla diplomazia e la difesa, sul fisco e sulla moneta. Senza questo cambiamento, non riusciremo ad imprimere nuovo slancio per aumentare produttività e competitività, soprattutto nei settori ad alta tecnologia.
Per tutelare il lavoro e la prosperità nel futuro, dovremo investire in ricerca e sviluppo, nell’intelligenza artificiale, nelle tecnologie verdi e incrementare l’indipendenza strategica energetica e delle materie prime critiche, nonché delle batterie. Per rafforzare i nostri fondamentali economici rispetto a Cina e USA, ci serve assolutamente rafforzare la posizione europea nel contesto economico mondiale, mettendo a frutto la massima economia di scala da applicare ad ogni risorsa di cui disponiamo in Europa. Dunque, la sovranità del popolo si potrà usare bene in un sistema sussidiario che provvede localmente e globalmente a secondo delle necessità di scala. Questi inconfutabili obiettivi si coglieranno se abbandoniamo l’idea ipocrita che la coesistenza pacifica tra le potenze si raggiunge solo attraverso gli scambi commerciali. Dovremo prendere coscienza che c’è ancora una parte del mondo governata da autocrati che concepiscono il rapporto tra i popoli solo attraverso gli equilibri brutali stabiliti dalla forza.
Come la rapida progressione della polarizzazione dei redditi e delle ricchezze di pochi, creano ingiustizie minacciose per la coesione sociale e la democrazia. Dunque su queste posizione la delegazione italiana nel Parlamento europeo dovrà essere unita per la nuova Europa al di là dei colori di partenza. Dovranno far contare di più gli italiani e costruire il loro benessere. I capi partito dunque dovranno tutti vestire la casacca degli statisti dell’interesse comune se vogliono bene agli italiani ed agire da rappresentanti di un grande paese dell’Unione. E’ questo il modo di ripristinare la politica e l’affezione per le urne.
– Foto Agenzia Fotogramma –
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