Volare basso, per Spalletti necessità e virtù

E adesso, Spalletti? Zero davvero? Verrebbe voglia di girare la domanda a Montella che con lui ha diviso vita e 4-2-3-1. Come ci hai visto, Aeroplanino? Voliamo basso, eh. Spallettone è furbo, ha messo dentro Er Più, Calafiori, per farci capire che questo era un allenamento per forze nuove. Per allontanare pronostici velenosi. E infatti mi taccio. Rievoco soltanto – è cerimoniale apotropaico – antiche avventure.
E’ vero – parlo da testimone oculare – che l’Italia Grandi Eventi va bene quando comincia male. Vista a Bologna contro la Turchia, questa Nazionale dovrebbe realizzare un Europeo trionfale. E vincerlo. Non ironizzo, prendo nota di uno stato di tale modestia che non vidi nel ’68 quando – dopo la Corea – vincemmo con l’antimago Valcareggi il torneo continentale con Rivera e Riva tra altre stelle; neppure nell’82, quando la critica ferì gli azzurri del detestato Bearzot spaventati dal Camerun e quelli si fecero campioni del mondo con Conti, Pablito e altre meraviglie; nè nel 2006, quando arrivammo in Germania con la nomea di imbroglioni ma buoni, buonissimi, come Del Piero e Totti che Spalletti ha invitato insieme al Golden Boy a Coverciano: Lippi – pur contestato dagli intellettuali – fece un capolavoro e tutti salirono sul suo carro.
Ma c’è una novità, Spallettone sta bene a tutti, è arrivato con l’aureola presa in prestito da San Gennaro – e da Osimhen – ma ha disposizione quel poco che la scelta esotica dei club lascia alla Nazionale: intorno a Chiesa, l’unico crack riconosciuto, peraltro sostituito da Zaccagni, solo un gruppo di Bravi Ragazzi; Bologna s’aspettava Orsolini, ma l’Orso non era in serata, l’ha sostituito Cambiaso. Presente una discreta difesa, chi fa gol?
Quasi-gol tanti, almeno quando i radiotelecronisti gridano Rete…gui! Inutilmente invocato dai bolognesi che Spalletti ha chetato offrendogli Raspadori, enfant du pays. Senza emozioni. Al punto che i turchi di Montella – mai vittoriosi con l’Italia – si fanno audaci anche e soprattutto con i “nostri” Chalanoglu, Yldiz e Celik. Dopo una qualificazione brillante sono parsi in buona forma rispetto ai logorati azzurri che ho visto spenti anche psicologicamente, poco guerrieri, privi di un trascinatore e a pochi giorni dall’inizio del Mondiale alleva tristi pensieri anche l’Albania.
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(ITALPRESS).

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