Per l’Europa è giunto il momento di una politica estera comune

BRUXELLES - PALAZZO BERLYAMONT, SEDE DELLA COMMISSIONE EUROPEA, BANDIERA BANDIERE UNIONE EUROPEA EUROPA (BRUXELLES - 2006-06-15, Nanni Fontana) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

Di Raffaele Bonanni

ROMA (ITALPRESS) – Gli accadimenti di questi ultimi tempi annunciano cambiamenti epocali che chiuderanno definitivamente la lunga stagione iniziata nel dopoguerra. L’Europa, travolta dall’ultimo conflitto mondiale con i suoi profondi solchi fisici e morali, ha rifiutato l’idea dello scontro tra i suoi Stati iniziando il percorso dell’Unione del continente. Ha proceduto concentrandosi su se stessa per concludere definitivamente le antiche rivalità iniziate sostanzialmente dalla caduta dell’impero romano, e si affida allora al nuovo potente alleato statunitense per provvedere alla sua sicurezza in costanza della divisione del blocco occidentale contrapposto a quello sovietico. Da allora, per la prima volta nella storia, i popoli europei non hanno più pensato alla loro difesa: si sono dedicati a ricostruire le loro economie, ridiventate presto floride. Ma ora molte cose sono cambiate; prorompe la potenza cinese, quella russa vuole ritornare ad ogni costo ai fasti imperiali dei secoli scorsi, l’Iran intende affermarsi nello scacchiere mediorientale. Tutti regimi governati da autarchie spregiudicate che annunciano il desiderio di un “nuovo ordine mondiale” ai danni della pace e dei trattati internazionali. E’ significativo che si usi lo stesso annuncio proclamato dall’asse Roma-Tokio-Berlino prima di scatenare infami guerre annunciate in Polonia, Grecia, Pearl Harbor. Gli attuali autocrati sostengono con denari, armi, e mercenari, ogni genere di dittatori e regimi oscurantisti, in Africa ed in medioriente. Conducono da tempo guerre ibride attraverso la disinformazione, prezzolando giornalisti e giornali, con quinte colonne nei partiti e governi, aggregando regimi nemici della democrazia. L’invasione dell’Ucraina non e’ un fatto a se stante. E’ l’azione coerente di verifica delle chance di questa internazionale antidemocratica per sondare la reazione occidentale, ritenuta incapace di reagire nel suo insieme. Ucraina, Africa, Taiwan, Israele, mar Rosso, sono legati all’unico disegno di saggiare la reazione occidentale. E’ dunque giunto il momento per gli europei di un deciso cambiamento: occuparsi di politica internazionale con un unica voce, costruire le basi di una sola difesa compensando peraltro l’allentamento di impegno Usa nel vecchio continente. In questa nuova e straordinaria fase, se si vuole salvaguardare l’autonomia economica e politica, si dovrà porre tali temi fuori dalla normale disputa tra i propri schieramenti partitici. In Italia tale requisito vale il doppio per vincere l’eccessiva rissosità in politica che sinora ha favorito ambiguità ed anche tradimenti. Ricostruire la nostra affidabile partnership con gli alleati e cancellerie europee, serve a noi ed agli altri. Il Presidente Meloni, va detto, su questi temi ha dato il meglio di se stessa, e ciò puo’ agevolare esperienze di condivisione sul da farsi tra forze politiche anche se non alleati nel governo. Sarebbe il più alto segno di amore per la nostra migliore cultura di libertà e autonomia nella democrazia. La vera prova di essere capaci di decisioni straordinarie per necessità straordinarie.(ITALPRESS).

Foto: Agenzia Fotogramma

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