Mar Rosso, missione europea prova di maturità e di crescita

    The container ship Lisa passes the container ship MOL Truth as it leaves DP World container terminal in Southampton Docks. (Southampton - 2019-01-11, Andrew Matthews / ipa-agency.net) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

    di Raffaele Bonanni
    ROMA (ITALPRESS) – Ecco che l’Ue si prepara a predisporre l’operazione Aspis, che in greco significa scudo. Da questa denominazione scelta, si comprende la volontà di usare la costituenda poderosa flotta costituita da navi militari italiane, francesi e tedesche che in nome della UE si apprestano a difendere le proprie navi mercantili dalla minaccia degli Houthi: il movimento islamico armato che controlla parte dello Yemen, armato e controllato dall’Iran, come daltronde succede con Hamas ed Hezbollah. Gli Houthi attraverso assalti di pirateria, hanno determinato una riduzione di due terzi i passaggi delle navi mercantili a Suez, costretti a prendere in alternativa la rotta molto più lunga della circumnavigazione dell’Africa per raggiungere i porti europei e non solo. Nel Mar Rosso, nella normalità, transita il 20% mondiale delle merci e gran parte delle esportazioni ed importazioni italiane. Dunque lo snodo di trasporto più importante per noi e per il mondo.

    Una strozzatura che provoca un danno enorme all’intera Europa e a tutti i paesi mediterranei. Una pericolosa condizione che allunga i tempi consegna dei beni, che fa aumentare il costo dei noli e dei prezzi e di conseguenza l’inflazione. Gli stessi flussi deviati e ritardati del gas liquido trasportato dalle navi metaniere, scombineranno in qualche modo la delicata ragnatela tessuta recentemente dai paesi europei per affrancarsi dal ricatto di Putin. Probabilmente anche dall’irrompere degli Houthi, possiamo intravedere le mosse minacciose degli autocrati, che sostanzialmente confederati tra loro accendono fuochi qui e li per il mondo, per fiaccare l’economia e alimentare malumori nei paesi liberi, per sondarne il grado di coesione e forza mirando a ottenere quello che loro chiamano “un nuovo ordine mondiale”. In questo drammatico scenario di attacco soprattutto agli interessi europei, ci è più chiaro che è un bene allestire la nostra difesa autonoma.
    Difenderci dagli eventuali attacchi alle nostre navi, sarà finalmente un segno della volontà di saper provvedere, da vera e grande entità politica, ai propri doveri di sicurezza e interessi. Infatti dall’andamento di questa necessaria missione e dalla consapevolezza che ne hanno i Paesi aderenti all’Ue, si capirà altresì la volontà del Vecchio Continente di dotarsi presto di unica difesa e diplomazia. Questi capisaldi per un vero Stato, si sa, precedono la costruzione degli Stati Uniti d’Europa. Una grande potenza che potrà contribuire alla pace nel mondo e alla propria autodeterminazione in un mondo in subbuglio. Infatti si contribuisce alla pace certamente con propositi di cooperazione e dialogo, con il rispetto dei trattati internazionali nel rispetto della sovranità altrui. Ma la pace si ottiene anche con forze di deterrenza, appunto di difesa, qualora stati canaglia non rispettassero i trattati e le sovranità altrui, coltivando disegni aggressivi; come sta avvenendo sempre più frequentemente. In questi casi dovranno fare i conti con l’Europa, se non vogliamo dipendere dalle strategie di dittatori sempre ansiosi di portare alle loro nazioni trofei nuovi ai danni di altre nazioni confinanti con loro.

    (ITALPRESS).

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