Dal Cdm via libera al Milleproroghe e alla riforma dell’Irpef. Accordo sul Superbonus

Palazzo Chigi, sede del Governo (ROMA - 2016-05-09, Blow Up) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

 

ROMA (ITALPRESS) – Il Consiglio dei ministri si è riunito senza la presidente Meloni ancora indisposta. Sul tavolo alcuni decreti di attuazione della delega fiscale e il Milleproroghe. Ma il tema che ha tenuto banco è quello del Superbonus. Due i punti controversi: la proroga del 110% e l’intervento straordinario per registrare tutti i lavori del 2023 con la massima incentivazione possibile. Al tavolo si sono confrontati i rappresentanti di Forza Italia guidati dal vice-premier Antonio Tajani e dal titolare dell’Economia Giancarlo Giorgetti che ieri, in audizione in Commissione aveva definito “radioattivo” l’impatto della maxi-agevolazione sui conti pubblici.
L’accordo, raggiunto prima della riunione del Cdm, prevede che il 110% rimanga per le famiglie con Isee basso (15.000 euro per un single), che potranno proseguire e concludere i lavori nel 2024.
I nuclei con Isee più alto potranno proseguire i lavori il prossimo anno ma con lo sgravio fiscale ridotto al 70% (come previsto a legislazione vigente). Viene poi introdotta una sanatoria che mette in sicurezza coloro che non hanno completato i lavori al 31 dicembre 2023: non dovranno restituire le somme già ottenute usufruendo del 110% per i lavori già effettuati ma non conclusi. Niente da fare per il Sal (stato avanzamento lavori) straordinario al 31/21/2023, ipotesi circolata in ambienti della maggioranza che avrebbe consentito di beneficiare del 110% anche per i lavori effettuati entro la fine dell’anno ma non compresi nei Sal precedenti. La misura avrebbe avuto costi giudicati non compatibili con il bilancio dello Stato.
“C’è una tutela importante sulle imprese e sui cittadini meno abbienti – commenta con i giornalisti il vicepremier Antonio Tajani al termine del Cdm -. Ci sarà una sorta di
sanatoria per il 2023, per chi ha superato il 30% dei lavori, se non ha raggiunto la conclusione dei lavori non dovrà pagare nulla per eventuali omissioni. Nè l’azienda si rivarrà sui condomini nè dovrà restituire dei soldi allo Stato. E’ un messaggio molto forte
per le imprese, a tutela delle persone perbene. Per i lavori che non sono stati conclusi al 100% che usufruivano del Superbonus del 110%, per i meno abbienti sarà lo Stato a pagare la differenza tra il 70 e il 110% – aggiunge -. Penso ai condomini di periferia, ad esempio”.
L’altro capitolo qualificante della riunione riguarda i tre decreti di attuazione della delega fiscale. Si tratta dello Statuto del contribuente, della collaborazione cooperativa (ovvero accordo tra Fisco e grandi imprese sulle tasse) e il contenzioso tributario.
C’è poi un quarto decreto che contiene il primo modulo della riforma Irpef con il taglio a tre aliquote. Il testo è sostanzialmente uguale a quello approvato in esame preliminare: riduzione degli scaglioni di reddito dagli attuali quattro a tre con l’accorpamento dei primi due in un unico scaglione fino a 28.000 euro, cui si applica l’aliquota al 23%; oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro rimane l’aliquota del 35%; oltre 50.000 euro confermata l’aliquota è dl 43%. Per i redditi sopra 50.000 euro, però, il beneficio derivante dalla revisione delle aliquote viene neutralizzato prevedendo una franchigia di 260 euro sulle detrazioni al 19%, escluse quelle relative alle spese sanitarie. “Il governo – sottolineano fonti di palazzo Chigi – procede speditamente sull’attuazione della Delega e chiude il 2023 rispettando tutti gli obiettivi che si era prefissato. Nel 2024 verrà completata la rivoluzione fiscale che l’Italia aspetta da più di 50 anni”.
Salta invece l’intervento che prorogava il regime fiscale di vantaggio per gli sportivi, tra cui i calciatori, in arrivo dall’estero, contenuta inizialmente nel decreto Crescita.
Nel Milleproroghe una grossa fetta dei provvedimenti riguarda le assunzioni e il rinvio per la fatturazione elettronica dei medici e operatori sanitari.
Viene prorogata al 2024 la non-applicabilità dell’aggiornamento Istat per affitti della Pa di immobili per finalità istituzionali. Identica proroga riguarda i contratti di locazione stipulati dalle Amministrazioni statali per cui non si applicano le riduzioni del canone di mercato.
Prorogata a tutto il 2024 la possibilità per l’Agenzia delle dogane e dei monopoli di istituire estrazioni del Lotto e del Superenalotto settimanali aggiuntive. Le maggiori entrate vengono destinate al Fondo per le emergenze nazionali.
Il decreto estende per il 2024 sia le misure straordinarie per il conferimento di incarichi semestrali di lavoro autonomo ai medici specializzandi e al personale delle professioni sanitarie degli incarichi già conferiti, sia la validità degli incarichi di lavoro autonomo ai laureati in medicina e chirurgia, abilitati e iscritti agli ordini anche se privi della specializzazione.
Per l’edilizia universitaria Cdp potrà erogare mutui anche il prossimo anno. Slitta a fine 2024 il termine per fissare le modalità di svolgimento degli esami di Stato di abilitazione all’esercizio delle professioni e dei tirocini professionalizzanti e curriculari. Un altro anno ancora per indire le procedure di conferimento degli assegni di ricerca.
Il Governo si concede anche tutto il prossimo anno per la definizione dei “Livelli essenziali delle prestazioni”, gli standard chiamati a misurare il finanziamento minimo da garantire in tutta Italia per tutelare i “diritti civili e sociali” previsti dalla Costituzione prima di trasferire le funzioni aggiuntive alle Regioni che lo richiedono.
Prorogata al 31 dicembre 2024 la possibilità di utilizzo temporaneo del personale in servizio presso il Dipartimento della funzione pubblica al fine di garantire il rafforzamento delle attività di semplificazione delle norme e delle procedure amministrative e di monitoraggio dei servizi resi dalla pubblica amministrazione.

– foto: Agenzia Fotogramma –
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