Emiliano “Con il Reddito di dignità in Puglia suppliamo a funerale Rdc”

BARI (ITALPRESS) – È stato presentato a Bari il nuovo bando per il Reddito di Dignità (ReD) della Regione Puglia, pubblicato lo scorso 5 dicembre e nato dalla collaborazione tra i dipartimenti Welfare e Politiche del Lavoro. La novità è la conciliazione del ReD con il percorso 4 del Programma Garanzia di occupazione e lavoro (GOL), rivolto alla medesima platea di destinatari. In questo senso, è prevista la formazione di équipe congiunte e multiprofessionali, composte sia da referenti degli Ambiti territoriali sociali che dai referenti dei Centri per l’Impiego presenti in ogni distretto, che cooperino nella fase della valutazione dei bisogni sui nuclei familiari ammissibili al ReD, realizzando un continuo scambio informativo, con possibilità per i cittadini che, pur avendo presentato domanda per il contributo economico, fossero risultati eventualmente “ammessi e non finanziabili”, di essere inseriti all’interno del programma GOL.
La gestione della procedura di ammissione al Red è interamente telematica e su Piattaforma Regionale ed è demandata, come in passato, agli Ambiti Territoriali Sociali. Per coprire il più possibile la platea di potenziali destinatari, si procederà con un Avviso “con graduatoria”, che prevede finestre temporali di presentazione delle istanze dei cittadini, programmate nel corso del periodo di vigenza del PR Puglia Fesr Fse+ 2021-2027. Della dotazione complessiva dell’Azione 8.9 del P.R. Puglia 2021-2027, pari a 45 milioni di euro, la prima finestra temporale potrà quindi contare su un ammontare pari a 15 milioni di euro di risorse comunitarie.
I principali requisiti di accesso sono: un ISEE non superiore a 9.360 euro, con limiti massimi più favorevoli per le famiglie numerose fino a 15mila euro; la residenza in Puglia da almeno 12 mesi; il possesso di capacità residue di autonomia sufficienti a svolgere le mansioni e le attività individuate nel Patto di inclusione sociale attiva; l’incompatibilità con altri strumenti di sostegno similari.
Per l’ulteriore attribuzione di punteggio si terrà conto della composizione del nucleo familiare, della presenza di immigrati con meno di cinque anni di residenza, l’essere una giovane coppia o una famiglia numerosa composta da cinque o più componenti o da un genitore con almeno tre figli minori. Avrà punteggio chi ha in famiglia un componente disoccupato con un’età superiore ai cinquant’anni ovvero anche nel caso del nucleo familiare unipersonale. Per difendere alcune categorie particolari, è infine confermato il meccanismo di inserimento d’ufficio da parte degli Ambiti Territoriali Sociali, con riserva di fondi dedicati, con bilancio autonomo, per donne vittime di violenza; persone senza dimora; genitori separati. L’indennità economica di attivazione ha una durata di 12 mesi e un importo massimo di 6.000 euro annui con rate mensili.
Alla conferenza stampa, oltre al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, erano presenti gli assessori al Welfare e al Lavoro Rosa Barone e Sebastiano Leo e le direttrici dei rispettivi dipartimenti Valentina Romano e Silvia Pellegrini.
“Non abbiamo potuto abolire la povertà”, ha affermato Emiliano, “perché la povertà è un dato di fatto che, come la Comunità di Sant’Egidio ha detto qualche giorno fa, coinvolge 5 milioni di italiani. Come fanno gli uomini di buona volontà, stiamo però cercando di portare il nostro contributo e di fare quanto possibile per attutirne il morso: la povertà morde, strappa la carne, uccide i sogni e il talento, uccide le possibilità umane di dare il proprio contributo agli altri. Quando si diventa poveri, si rischia di diventare incapaci di dare il proprio contributo alla povertà. Contrastarla significa quindi fare la ricchezza di tutti, non solo migliorare la condizione individuale del singolo”.
“Il ReD – ha proseguito – fu il primo ammortizzatore universale italiano, una misura pugliese. Si chiamava e chiama così perché nessuna prestazione di sostegno arrivava senza chiederne in cambio un’altra, fosse anche di volontariato. Pian piano questo strumento si è evoluto, è passato nel periodo in cui esisteva il reddito di cittadinanza all’assistenza dei caregiver, delle donne che subivano violenza, in molti altri settori. Ora purtroppo, a causa dell’abolizione del RdC, deve riprendere le sue funzioni: da un lato quella di attutire la situazione di deprivazione di chi non può trovare un lavoro (e temo che anche il RdC supersite non riesca a risolvere questo problema); dall’altro, fare politiche attive del lavoro per consentire a chi è disoccupato di trovare un’occupazione. Investiremo in questo 45 milioni di euro. Dico già da adesso che non basteranno, questi 45 milioni partiranno con una tranche da 15”.
“La Regione Puglia – ha sottolineato – è ‘creditrice’ del Governo italiano di 4,6 miliardi che il ministro Fitto ancora non ci assegna e che non possiamo utilizzare, con danni incalcolabili per tutti i settori. Ieri abbiamo peraltro appreso dell’intenzione della cabina di regia del Pnrr di mettere le mani anche sui fondi europei negoziando con l’Ue un indirizzo centralizzato della loro gestione con la scusa del coordinamento della spesa. Serve però sapere che il Reddito di Dignità è sopravvissuto fino a oggi e anche oggi possiamo presentarlo grazie all’autonomia che la Regione ha avuto nel gestire i fondi europei in un dialogo esclusivo con le istituzioni europee, senza l’intermediazione, alle volte ideologica, dei governi nazionali. Questa autonomia delle regioni nei fondi europei è un pilastro fondamentale che purtroppo in queste ore è messo in discussione. Vedremo come evolverà la situazione. Intanto ieri soprattutto Puglia e Campania hanno precisato che non defletteranno sul mantenere l’autonomia delle regioni nella gestione dei fondi europei e del Fondo sociale di Sviluppo e Coesione. Oggi possiamo dire che al funerale del reddito di cittadinanza supplisce la perdurante esistenza del Reddito di Dignità della Regione Puglia”.
“Mentre al Governo nazionale”, ha aggiunto Barone, “in maniera scellerata, tagliano, distruggono e mettono in difficoltà una larga platea di nostri concittadini, la Puglia investe e crede fortemente nel ReD, una misura identitaria dal 2016 di questa Regione, che non soltanto punta su un sostegno economico, ma sicuramente anche su un percorso lavorativo. Infatti solamente in seguito alla firma col Patto di Inclusione o all’inizio del tirocinio il cittadino potrà ottenere i soldi. C’è quindi una forte connessione tra percorso lavorativo e cifra economica rilasciata. La cosa più importante è che è sempre stata una misura complementare rispetto a quella nazionale, andando ad abbracciare tutta quella platea di soggetti che vengono lasciato fuori da esse”.
“C’è – ha concluso Leo – questa particolare novità, quella della sinergia tra inclusione sociale e lavorativa. Per noi è importante non solo sostenere dal punto di vista del reddito le persone più fragili, ma anche accompagnarle al lavoro attraverso il percorso 4 di GOL. La misura è certamente migliorata sotto tutti gli aspetti, è molto dinamica ed efficiente. Darà certamente la possibilità di contrastare la povertà”.

– foto: xa2/Italpress –

(ITALPRESS).

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