MILANO (ITALPRESS) – Sei progetti che potranno essere selezionati anziché cinque come nelle precedenti edizioni. Sei partner industriali che li sosterranno per farli diventare reali attraverso il match-funding: A2A, Fondazione Cariplo, Corepla, Eni, Edison-Fondazione Eos e Thales Alenia Space. Si inaugura, inoltre, una nuova piattaforma per le campagne di raccolta: Ginger Crowdfunding, che porta in dote al progetto nuovo impulso alla formazione dedicata a tutti gli aspiranti progettisti. Sono queste le principali novità della VI edizione di BiUniCrowd, il crowdfunding targato Bicocca presentato oggi presso l’Auditorium dell’Università Milano-Bicocca. Iniziativa che permette di concretizzare idee innovative attraverso il contatto con importanti imprese finanziatrici e il reward based crowdfunding, modello che prevede una forma di ricompensa per chi investe nel progetto.
Nel corso della mattinata, le aziende che sostengono l’iniziativa e alcuni tra i progettisti che hanno già realizzato campagne di successo hanno fatto comprendere quanto sia importante mescolare la ricerca con la società e le imprese. “Il coinvolgimento di cittadini e aziende è l’elemento chiave di BiUniCrowd. Abbiamo potuto sperimentare il crowdfunding come veicolo di impatto sociale o terza missione dell’università”, ha spiegato Salvatore Torrisi, prorettore alla Valorizzazione della Ricerca in Bicocca, che ha introdotto l’evento.
I numeri delle cinque edizioni già realizzate confermano gli importanti risultati: 21 progetti conclusi con successo e oltre 195.000 euro erogati grazie al supporto di più di 2.000 donatori, la maggior parte dei quali “esterni” all’ambiente universitario. “L’Università ha una grande responsabilità che è quella di avere un impatto anche sociale sul territorio – afferma Giovanna Iannantuoni, rettrice dell’ateneo -. Ecco perché è importante trovare la strada per trasformare in progetti idee che parlino di sostenibilità, di efficienza energetica, di mobilità intelligente, in generale di progresso nella società in cui viviamo. Con questa nuova edizione di BiUniCrowd si offre ancora una volta la possibilità che questa trasformazione avvenga con il sostegno del finanziamento diffuso”.
I vincitori del bando otterranno un supporto formativo all’utilizzo del crowdfunding per raggiungere l’obiettivo del 50% di fondi previsti, mentre il restante 50% sarà cofinanziato dai partner, per un budget massimo di 10.000 euro.
È possibile candidare il proprio progetto fino al 15 gennaio 2024. All’interno della piattaforma Ideaginger.it è attiva l’area partner dedicata a BiUniCrowd, che raccoglie tutte le informazioni utili per partecipare al bando nonché i progetti di raccolta fondi selezionati nelle precedenti edizioni.
“BiUniCrowd – è stato spiegato – ha come primo obiettivo quello di condividere il più possibile nuove competenze, rivolgendosi non solo ai vincitori del bando, ma rendendole accessibili a chiunque all’interno della comunità universitaria sia interessato al mondo del crowdfunding. Da questa edizione BiUniCrowd si avvale della collaborazione di Ginger Crowdfunding, che gestisce Ideaginger.it: la piattaforma di raccolta fondi online con un tasso di successo del 95%, attualmente il più alto a livello nazionale. Fra le novità di questa collaborazione, un programma formativo tutto nuovo che potenzia la ‘palestra’ del crowdfunding: uno sportello informativo online e, da dicembre, un programma di webinar didattici aperto a tutti gli interessati per consolidare gli strumenti di fundraising, comunicazione e marketing della comunità dell’Università di Milano-Bicocca e agevolare la partecipazione al bando attivato”.
“È possibile candidare al bando – è stato sottolineato – i progetti ideati da docenti, ex studenti, ricercatori, studenti, dottorandi e personale tecnico amministrativo dell’Università di Milano-Bicocca. I requisiti di partecipazione prevedono che le idee proposte siano connesse ai temi di mobilità sostenibile ed economia circolare (A2A), piani di innovazione sociale nell’area metropolitana di Milano che favoriscano l’inclusione delle persone anziane grazie all’uso di tecnologie e del digitale (Fondazione Cariplo); oppure, idee innovative dedicate alla valorizzazione dei materiali plastici recuperati dagli imballaggi (Corepla). Sono ammessi anche progetti che rendano più efficiente il fotovoltaico negli impianti di tipo residenziale e il monitoraggio delle sue performance, oltre a sistemi dedicati all’analisi delle abitudini ecosostenibili della comunità universitaria (Eni). È possibile candidare anche piani volti a identificare soluzioni inclusive e accessibili per rispondere alle esigenze di mobilità di famiglie e ragazzi (Edison-Fondazione Eos) e iniziative connesse alla ricerca avanzata in sviluppo di sensori di analisi innovativi, con un’attenzione specifica al monitoraggio delle risorse idriche (Thales Alenia Space)”.
“Promuovere una campagna – è stato evidenziato – non significa solo raccogliere finanziamenti; infatti è una vera e propria ‘messa alla prova’, un’opportunità per testare la validità di un’idea, entrare in contatto con nuovi potenziali partner pubblici e privati, sensibilizzare la comunità e migliorare in corso d’opera dettagli del progetto, oltre che svilupparne una comunicazione digitale di successo. BiUniCrowd nasce dalla consapevolezza di questi elementi, che fanno del crowdfunding un mezzo particolarmente utile e interessante da applicare alla ricerca universitaria”.
I progettisti delle case history presentate durante l’evento hanno affrontato questi aspetti della loro esperienza di crowdfunding. In particolare, hanno messo in luce il vantaggio ottenuto dalla creazione di una rete collaborativa e di comunicazione a sostegno di ogni progetto. Sul palco hanno portato la propria testimonianza Eleonora Beccaluva, progettista di Moovy, uno strumento innovativo per i disturbi del linguaggio infantile ed Elia Arturo Vallicelli progettista di PaMela- Photoacoustic Melanoma Detector, iniziativa dedicata a sviluppare una sonda a basso costo per lo studio e l’individuazione precoce dei melanomi cutanei. Infine è intervenuta Jessica Zampolli, progettista di MicroVal, studio di microrganismi in grado di effettuare un processo biologico di eliminazione della plastica residua, a base di polietilene, che contamina i rifiuti organici.
– foto ufficio stampa Università di Milano-Bicocca –
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