Un “Patto Repubblicano” per assorbire il debito pubblico

ROMA (ITALPRESS) – Anche questa legge di bilancio per il 2024 è stata condizionata fortemente dalle campagne elettorali future che impegneranno alcune regioni nel rinnovo dei consigli regionali e poi subito dopo il rinnovo dei deputati italiani nel parlamento europeo. Dunque anche stavolta il debito è passato in secondo ordine e non potrà essere ridotto. Anzi accrescerà per sostenere la manovra di 24 miliardi di Euro, che per stare in piedi ha bisogno di 16 miliardi da prendere a debito se si vogliono mantenere le promesse fatte in questi ultimi mesi. Il Presidente Meloni non poteva certamente disattendere l’emergenza salariale italiana diventata sempre più urgente e riconosciuta sia da commentatori italiani che esteri di redditi diventati il fanalino di coda dei paesi OCSE.
La stessa offensiva della opposizione sul salario minimo, ha spinto l’Esecutivo ad un intervento visibile e deciso sulle buste paga per parare i colpi delle accuse di insensibilità riguardo al mondo del lavoro. Cosicché la manovra ha impegnato quasi la metà delle risorse previste per garantire un centinaio di Euro mensili di aumento attraverso la riduzione del cuneo fiscale: 7 punti percentuali in meno per I redditi sotto 25 mila Euro, e 6 punti in meno per coloro sotto i 35 mila. Misura governativa coerente ad altri interventi del 2022 e 2023 di Draghi e della stessa Meloni per dare aiuto al lavoro dipendente attraverso la calmierazione della pressione fiscale e per lenire le ultime piaghe inflattive che come sempre riguardano i redditi meno consistenti dei dipendenti e dei pensionati, anchessi considerati dalla manovra. Altri 5 miliardi sono stati necessari per il rinnovo dei contratti pubblici che negli anni sono stati rinnovati a fasi alterne, circostanza che ha creato nel tempo non poco malumore tra gli impiegati del pubblico impiego. Poi altri 3 miliardi per la sanità ed altre operazioni fatte qui e là, come ormai è consuetudine per tenere su le bandierine dei leader della maggioranza e dei loro clientes. Naturalmente si fanno sentire le accuse della opposizione riguardo alla insufficienza della “finanziaria”, ma in verità se usiamo il metro delle urgenze sociali, l’operazione in corso probabilmente risulta più chiara di tante altre confezionate dai tanti governi precedenti. Ma se maggioranza ed opposizione volessero far compiere un importante passo in avanti all’Italia, potranno decidere di costituire insieme un “Patto Repubblicano” per iniziare finalmente a darsi un piano per assorbire il debito pubblico mai affrontato da un quarto di secolo ed addirittura progressivamente aumentato.
Sarebbe davvero un atto di amore e responsabilità verso gli italiani, davvero questo si l’avvio della tanta agognata “terza repubblica”. Dopo tanti anni di sbornie del populismo siamo giunti a circa 3 mila miliardi di debito pubblico a fronte di un PIL traballante che se va bene non raggiungerà nel 2024 i 2 mila miliardi di euro. Per questo debito paghiamo a ci presta i denari per gli interessi ben 80 miliardi annui che equivalgono al costo di 6 ponti sullo stretto di Messina da poter costruire in un solo anno. Dunque un debito che da troppo tempo ostacola il nostro futuro: quello della istruzione all’altezza di questi tempi, della sanità che previene e garantisce a tutti assistenza, di opere pubbliche finalmente al servizio dello sviluppo, degli investimenti necessari per essere pienamente nella modernità. Tutto sommato i dati forniti da Eurostat ed ISTAT in questi giorni sono rassicuranti sulla inflazione italiana che in soli 12 mesi cala dal 5,3% a 1,8% registrandoci come il migliore dato europeo che in media scende al 2,9%. Tuttavia la crescita del PIL aumenterà lo 0,6%, la metà di quella preventivata. L’inflazione è stata domata grazie al raffreddamento operato dalla UE con il rialzo dei tassi d’interesse, e senza pagare i costi collaterali di recessione nell’economia e nella occupazione che intanto è cresciuta sensibilmente, soprattutto il lavoro a tempo indeterminato. Ed allora possiamo, nonostante tutto, avere ancora altre chance. Ma alla condizione che ci si ponga l’obiettivo di asciugare il debito che nessun altro paese nostro concorrente ha permesso di alzare la testa come da noi. Cambierebbe davvero l’Italia se le forze politiche si confrontassero tra loro su questi punti abbandonando rincorse che conducono a vicoli ciechi.

Raffaele Bonanni

-foto Agenzia Fotogramma-
(ITALPRESS).

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