FESTA NAPOLI CON UN PO’ DI MALINCONIA, SPALLETTI EROE SOLITARIO

Voilà! Napoli, Lazio, Inter e Milan in Champions. Atalanta e Roma in Europa League. Juve benvenuta in Conference. Spareggio Spezia-Verona per sapere chi andrà in B con Samp e Cremonese. Il gioco è quasi fatto. A dire la verità – che non sempre è gradita – l’inestinguibile e sontuosa festa popolare del Napoli cominciata un mese fa ha fatto ancor più notare la melanconia del resto. E nonostante il rumore degli amici, sparso dal Maradona al resto del mondo, anche Napoli porta con sè un finale un pò triste e un eroe solitario, quello Spalletti che se ne va portandosi un trofeo in uno spazio senza futuro. Immaginarlo nel ruolo di papà ritardatario alle prese con funzioni da pur straricco pensionato toglie alla sacralità del calcio gli eroici furori per sostituirli con sommessi languori. E chi potrà mai sostituirlo visti i candidati di cui si parla? Vi sembra che Italiano, Motta, Luis Enrique, Conceicao e Gasperini siano da scudetto a Napoli quando, passata la festa, riemergeranno i malumori presenti anche in quest’anno meraviglioso? Io direi De Zerbi ma è troppo intelligente per bruciarsi.
Di solito, uno guarda il calcio per vedere i gol, i vincitori e i vinti e invece – escluse l’Inter e la Lazio che si son prese la Champions futura in anticipo – son rimaste sul campo speranzielle e delusioni, il saldo degli scampoli. Sento solo io, nel Jurassic Park, quest’atmosfera deprimente? Ma è colpa mia se il disfatto cerimoniale dell’evento più amato dagli italiani ha negato il finale totale, tutte le partite alla stessa ora, nello stesso giorno che si chiama domenica? Per chi e cosa devo eccitarmi? Per il Milan che è in Champions nonostante le cadute o per Leao che dà spettacolo e Ibrahimovic che sogna Monza come se fosse una Ferrari in declino? E della Roma cos’è rimasto se non il rabbioso ricordo di Budapest, la ridimensionata magìa di Mourinho, il pianto bambino di Dybala?
Confesso – senza fraintendimenti, per favore – che il pessimismo della ragione ha sconfitto l’ottimismo della volontà per colpa di quella velenosa vicenda juventina che ha depresso un campionato meritevole di accompagnare dignitosamente le stratosferiche imprese del Napoli. Sconquassata dalla in-giustizia italiana, la Juve aspetta la vendetta di Ceferin e ormai tutti hanno capito la necessità di una decorosa riforma. Quel che meno m’angoscia è lo stipendio di Allegri. Sai quanti anni sabbatici ci stanno…
Non sarà un caso che mentre il pallone ruzzola a Udine, a Lecce, a San Siro e all’Olimpico al Maradona la festa continua come fosse un campionato a parte. Nè mi rincuora il fatto che nei prossimi giorni andremo a vederci la Viola e la Beneamata finaliste di Conference e Champions. Nel frattempo, so dove buttarmi: seguirò l’appassionante finale di stagione della B, con Bari e Cagliari che fra giovedì e domenica si giocheranno un posto al sole della A: Mignani ha sconfitto il miracoloso Bisoli, Ranieri ha fatto piangere Buffon. Spettacolo garantito.
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