NAPOLI UMILIATO E OFFESO DA QUATTRO SCHIAFFI DEL MILAN

Napoli umiliato e offeso da quattro insostenibili schiaffi di un grande Milan. Sembrano tornate antiche velenose sfide e cattivi pensieri d’epoca maradoniana e invece è solo una penosa notte degli errori. Uno che capisce di calcio (come me, ah ah) coglie al volo la malaparata e sa che dopo i passaggetti balordi fra Lobotka, Meret, Kim, Lorenzo, Meret in un crescendo di irritante stupidità, il gol dell’avversario ci sta. E infatti mentre il Napoli prova a ripartire dopo la penosa esibizione di gioco dal basso – insulto tecnico – al 17′ Diaz recupera la palla, l’indirizza a Leao che ha già il gol nel piede e con una carezza beffa il povero Meret. Avrei capito la tentennante cerimonia difensiva se prima il Milan avesse spaventato gli azzurri e invece, dopo il salutare intervento di Meret su Diaz al 3′, avevano dato spettacolo Simeone, Kvaratskhelia, Politano. Come sia nato quell’infelice e imbelle tikitaka nell’area del Napoli non si spiega – non oso incolpare Spalletti, però… – sta di fatto che Politano capisce l’aria che tira, arretra per recuperare la palla e spostare il gioco avanti, ma come sanno quelli che capiscono di calcio (!!!) il vantaggio ha dato al Milan una forza nuova, un’intesa miracolosa, un orgoglio quasi inedito e l’improvviso coro dei Lombardi ha suggerito al 25′ a Diaz – il migliore in campo – il secondo gol: lo ha servito Bennacer, un tiro mancino dello spagnolo umilia Meret.
Domandone: e se fosse già Champions? Allora è vero che ‘sto Milan viene dall’aristocrazia d’Europa a dar lezione. Mannò, ragazzi, questo non è il vero Napoli, è un’edizione infelicemente straordinaria della gioiosa macchina da guerra di Spalletti che può incepparsi solo per superficiale presupponenza o imperdonabile leggerezza. Amici napoletani vi ho consolato? Macchè. Non siete gonzi. Dicano quel che vogliono, i mandolinisti: questo Napoli-Milan è nato come test del doppio confronto di Champions con il Maradona nutrito di bellezza e d’amore che dopo un tempo appartengono soltanto alla sorridente Mamma Diletta. E’ una partita, questa, che vale scomodi pensieri in attesa di Osimhen. Che non sia un alibi. E diventa disfatta quando, dopo tentativi azzurri frustrati dall’eroico Maignan, l’operoso Tonali imbecca il magico Leao per il terzo bellissimo gol. Umiliazione, infine, al solitario quattro a zero di Saelemaekers che si è mangiato tutta la difesa e ha beffato Meret. Grande Milan. Napoli, dove sei? Buonanotte tristezza.
Per fortuna ho conservato un pò di sorrisi in una festosa domenica delle Palme anticipata dall’imperturbabile Juventus: prima un Bologna stravincente, poi una Lazio sarrianamente evoluta e una Roma convincente ci hanno rallegrato a suon di gol; dico di Posh, Moro e Musa Barrow come di Wijnaldum, Dybala ed El Shaarawy, ma soprattutto del fantastico popolo del Dall’Ara e dell’Olimpico: è quella gente che espone i bimbi al cielo, canta e balla sugli spalti, s’associa a Dalla e a Venditti, il popolo del pallone che ci garantisce la sopravvivenza del nostro amatissimo gioco nonostante l’imperversare dei signori del calciobusiness.

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