JUVENTUS, IL FANTASMA DELL’OPERA

Dopo aver visto il gol di Osimhen al Sassuolo, venerdì – un’idea alla Stan Mortensen, se ne vedono tre in una vita – mi son detto: il campionato è finito. Spero di godermi una cavalcata del Napoli in Champions, adesso, magari fino in fondo, se lo meriterebbe. Terquequaterque? Fate quel che vi pare, toccate e scongiuri, era da tanto tempo che non vedevo un calcio così bello che se fosse per me – lo giuro – vorrei che questa festa non finisse mai. Resta il solito campionatino per il posto in Champions che dalle mie parti sollecita soprattutto nostalgie nel ricordo della Coppa Campioni. (Confesso che per riaverne le emozioni sopporterei anche la nascita della Superlega, e vedrete che ci arriveremo).
In mancanza di confronti speciali ho scelto – dopo aver goduto nel week end le imprese di Orsolini e Immobile e il colpaccio del Lecce a Bergamo – di dedicarmi alla Juve che ho ribattezzato il Fantasma dell’Opera. Fateci caso: anche ieri, a La Spezia, ha giocato una partita forse inutile, inesistente, legata alla sentenza di un processo avventuroso, e i gol di Moise Kean prima e Di Maria dopo (bellissimo) rischiano di essere assorbiti da una penalizzazione provvisoriamente indicata in un gelido -15 che tanti vorrebbero portare a livello artico.
Sarebbe davvero una soddisfazione per i rosicanti che si sono dovuti sorbire nove-scudetti-nove firmati Juventus; ma una soddisfazione meschina visto che al centro di tutto c’è il diffuso malcostume delle plusvalenze, invenzione di ragionieri; non di corruttori. Motivo di un processo che la Federazione avrebbe dovuto portare nel prossimo campionato per non correre il rischio di falsare questo. Magari per infliggere alla Nemica di Tutti una condanna ancor più afflittiva.
Anche per questo, mentre dagli spalti del “Picco” piovono insolenze sui giocatori juventini, mi vien voglia, al contrario, di dedicargli un applauso, mentre mi chiedo con che cuore Allegri riesca a mandarli in campo, visto che non sanno per quale teaguardo stanno giocando. Il top della volgarità è l’aggressione verbale ad Allegri da parte di certi personaggi che si fingono giornalisti e sono invece solo spacciatori di opinioni. Un ricordo di Heinrich Bòll, “Opinioni di un clown”. Ad essi è dedicata la festa organizzata per Angel Di Maria.
Italo Cucci ([email protected])
(ITALPRESS).

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