Differenza tra azioni e obbligazioni: quali sono e come si calcolano i ricavi. Cosa sono le obbligazioni e in cosa si differenziano nelle azioni.
Azioni e obbligazioni rappresentano due comuni strumenti di investimento per gli italiani ma, in buona sostanza, i punti in comune di questi termini finiscono qui.
Sebbene infatti la finalità di azioni e obbligazioni per l’investitore sia la medesima (ottenere un profitto), in realtà gli strumenti in questione presentano delle caratteristiche molto diverse tra di loro, e livelli di rischio e di tutela altrettanto differenti. Cerchiamo dunque di riepilogare le principali differenze tra azioni e obbligazioni, contribuendo a fare un po’ di chiarezza in materia.
Cosa sono le azioni e le obbligazioni
Le azioni sono una quota del capitale di una società per azioni. Ne deriva che chi acquista azioni diventa socio dell’emittente, con tutti i diritti e gli obblighi che ne derivano. Di contro, le obbligazioni sono titoli di debito emessi dalla società e, dunque, chi acquista tali strumenti diviene creditore dell’emittente.
Fin qui, un quadro di sintesi generale: si può tuttavia rammentare che il tema sia difficilmente riassumibile in poche righe, considerato che esistono diverse tipologie di azioni, ciascuna con diritti differenti (ordinarie, privilgiate, di risparmio) e diverse tipologie di obbligazioni, con altrettante caratteristiche di impiego (tasso fisso, variabile, zero coupon, subordinate, strutturate, convertibili e così via).
La differenza nei guadagni
Nell’ottica dell’investitore che va alla ricerca dei soli guadagni, la principale differenza tra azioni e obbligazioni è costituita dalla diversa struttura dei guadagni ottenibili.
La remunerazione per gli azionisti è infatti principalmente rappresentata dai dividendi che vengono distribuiti dal consiglio di amministrazione, su approvazione dell’assemblea dei soci. È un guadagno variabile, considerato potrebbe anche non esser erogato alcun dividendo se la società non ottiene alcun profitto, o se il management decide di accantonare a riserva gli utili conseguiti).
Gli obbligazioni hanno invece la loro principale remunerazione nelle cedole periodiche che vengono corrisposte, a titolo di interesse, dalla società. Nelle obbligazioni zero coupon, invece, non ci sono flussi cedolari, ma solamente un extra rendimento che verrà corrisposto alla restituzione del capitale investito, alla scadenza del prestito obbligazionario.
La differenza nei rischi
Differenze sussistono anche nei rischi che sono connessi alla diversa tipologia di investimento. In particolar modo, a parità di altre condizioni, sono le azioni gli strumenti caratterizzati da un maggiore rischio, considerato che il loro andamento è strettamente correlato al trend societario. Gli azionisti non hanno alcuna garanzia sul rendimento e, in caso di fallimento della società, otterranno un rimborso della loro quota di capitale solamente dopo che sono stati soddisfatti tutti i creditori.
Dunque, gli obbligazionisti sono generalmente in grado di poter annoverare un livello di “protezione” del loro investimento più solido. La loro remunerazione è infatti legata al pagamento di interessi contrattualmente garantiti, e in caso di dissesto economico della società verranno rimborsati prima degli azionisti.
Fin qui, un quadro di estrema sintesi di questo tema, che merita evidentemente molti più approfondimenti (per esempio, non tutti gli obbligazionisti sono posti sullo stesso piano). In attesa di ulteriori integrazioni, vi ricordiamo che sia le azioni che le obbligazioni sono acquistabili mediante il proprio istituto di credito, dopo l’apertura di un apposito rapporto (deposito titoli) adatto a contenerli. In caso alternativo, si può procedere al loro acquisto utilizzando i servizi dei tanti broker regolamentati che possono garantire l’accesso ai mercati azionari e obbligazionari, sia per quanto concerne il comparto primario (ovvero, per i titoli di nuove emissioni), sia – più frequentemente – per il comparto secondario (ovvero, per la negoziazione di azioni e obbligazioni già in circolazione sul mercato di riferimento).