CHE NAPOLI, MA UDINESE-ATALANTA LA VERA PARTITA ITALIANA

Stavolta diciamolo alla lombarda, “Urca che Napoli!”. Ma già che ha imboccato felicemente la via dello scudetto dopo trentadue anni di fervida attesa mi sembra importante dargli qualche consiglio. Non perchè Spalletti non sappia il suo, ma c’è una permanente “tendenza Napoli allo sciupìo” che va corretta in tempo. Perchè se il 4-1 alla Cremonese fa rumore non somiglia per niente agli schiaffoni rifilati in Champions – 4 al Liverpool, 3 ai Rangers, 6 all’Ajax – dopo avere dominato senza tremori gli incontri. Perchè in verità se la Cremonese avesse avuto non dico dei campioni ma qualche pedatore di qualità il Napoli avrebbe sofferto oltre il gol realizzato da Dessers. E fatemi subito dire che in certe costruzioni felici dei cremonesi – e malcondotte a termine, ahi loro – s’è colta la mano dell’ennesimo tecnico toscano, Max Alvini da Fucecchio, vicino…di casa di Spalletti, gente – come il vecchio maestro Indiani – che sa di calcio davvero. Come è possibile – allora – che dopo avere fatto fuori i titolati avversari di Champions ci siano voluti cinquanta minuti – dal rigore di Politano al gol di Simeone – per battere i modesti grigiorossi?
Ecco il punto: alle squadre di secondo piano il Napoli ha sempre concesso libertà d’azione. Per generosità, solidarietà o leggerezza? Ma è possibile che panchinari come Benitez, Sarri, Gattuso e Ancelotti siano tutti rimasti vittime dell’astuzia provinciale? E Spalletti? Siamo sicuri che sia indenne da rischi? Sa che il pericolo esiste, si premunisca.
Se il Napoli ha un problema – come anche Milan e Inter – è quello delle squadre ricche di bei giocatori esotici ai quali mancano le basi del calcio italiano, scuola di fisicità accurata e di tatticismo naturale, istintivo. Vengono buttati in campo appena arrivati e fanno anche prestazioni notevoli, danno pure spettacolo, ma da un momento all’altro rischi di perderli per non avere avuto la nostra scuola, soprattutto quella Toscana allegramente cinica. Per questo voglio dire a tutti – rischiando lo sdegno degli opinionisti incompetenti che assediano il video – che Udinese-Atalanta è stata partita vera, evento raro, esibizione calcistica classica, quasi perfetta. Per strategie accurate, tattiche non contorte, intensità, piglio atletico, energia. Ed emozioni. La Vera Partita Italiana. Fategliela vedere, ai ragazzi di belmondo, avremo sul campo meno stranieri e calciatori più italiani. Una consolazione, visto che ci hanno rubato il campionato.

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