ROMA (ITALPRESS) – “Save the Children lotta contro le diseguaglianze in un mondo che ne è pieno. Siamo la più grande organizzazione internazionale indipendente che si occupa di salvare i bambini, la nostra missione sta nel nostro nome. Siamo in Italia da oltre 20 anni con molti progetti sul territorio”. Così Daniela Fatarella, direttore generale di Save the Children Italia, intervistata da Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell’agenzia Italpress.
“Proteggiamo i bambini garantendo i loro diritti, a partire da quello alla salute, all’educazione ma anche al gioco. Sosteniamo progetti a livello internazionale in Africa subsahariana, Medio Oriente o Europa dell’Est e in Italia lavoriamo tantissimo per il contrasto alla povertà educativa e alla dispersione scolastica. Abbiamo più di 500mila donatori e speriamo che aumentino sempre di più – continua Fatarella -, ci permettono di essere indipendenti e investire per affrontare le maggiori emergenze umanitarie nel mondo e i principali bisogni in Italia. La forza dei sostenitori non è solo economica ma è anche di sfida e supporto perché ci stimolano a ricoprire sempre meglio il nostro ruolo di intermediari”.
“Nel nostro Paese ci sono 1,3 milioni di bambini in povertà assoluta, il 14% di tutti i minori italiani, in 15 anni sono nati 600mila bambini in meno – aggiunge -. Se incrociamo i dati, abbiamo 1 milione di bambini poveri in più negli ultimi 15 anni. E poi c’è una difformità nell’accesso ai servizi a partire dall’ educazione. In Calabria solo il 3% dei bambini in va all’asilo contro il 30% della provincia di Trento. Le opportunità non sono garantite a tutti, se pensiamo che in Italia abbiamo il 14% di dispersione scolastica che significa che 1 bambino su 8 non finisce la scuola e abbiamo il 29% dei neet che è il dato più alto in Europa, uno spreco di capitale umano”.
Secondo il direttore generale di Save the Children Italia la priorità è investire in istruzione ed educazione. “Il sistema scolastico ed extra scolastico, fare sport o andare a teatro sono elementi che aiutano a sviluppare il talento dei ragazzi e questo è parte del lavoro che Save the Children fa in Italia. Uno dei nostri progetti più belli – racconta Fatarella – si chiama Punto Luce, sono centri ad alta densità educativa, luoghi fisici, 28 in Italia in cui abbiamo accolto oltre 40mila bambini, situati nelle aree più difficili delle città dove i ragazzi trovano supporto alla formazione e per scoprire talenti e opportunità, un aiuto allo sviluppo emotivo che porta ad avere sicurezza in se stessi e che diventa una delle condizioni principali per una crescita sana. I bambini spesso non riescono a immaginarsi un futuro diverso rispetto al contesto in cui sono nati”.
Il dialogo con le istituzioni è costante: “Ci confrontiamo su diverse tematiche che riguardano i diritti dei bambini in Italia e che spesso ci vede come partner con l’idea che noi possiamo sperimentare sul campo una serie di progettualità e portare le nostre evidenze al fine di farle diventare buone prassi. Poi c’è la richiesta delle Istituzioni di intervenire in ambiti specifici o unire le forze come abbiamo fatto durante il periodo del covid, nell’interesse della comunità e dei bambini. La trasparenza -spiega Fatarella – è fondamentale, tutto si basa sulla nostra capacità di mostrare cosa facciamo sul campo. Organizzazioni come la nostra ha il dovere di essere più efficienti e efficaci di altre aziende, perché siamo il tramite tra il donatore e il beneficiario e di quei fondi dobbiamo farne l’uso migliore. Investiamo il 78% dei fondi che raccogliamo nei nostri progetti in Italia e all’estero, abbiamo un bilancio certificato e pubblico che ogni anno raccontiamo su Facebook ai nostri sostenitori”.
“Il mondo è pieno di conflitti, durano a lungo e colpiscono la popolazione civile, sono più violenti di prima e spesso vengono dimenticati. Dall’inizio della guerra in Ucraina, ogni secondo 1 bambino è diventato profugo, ci sono più di 4,5 milioni di bambini che hanno dovuto lasciare le loro case, più di 2 milioni hanno lasciato il Paese e circa 35 mila sono arrivati in Italia – sottolinea Fatarella -. È la più grande crisi umanitaria di rifugiati e profughi in Europa dalla Seconda guerra mondiale. Manca tutto e i bambini sono terrorizzati. Noi stiamo distribuendo generi prima necessità in ucraina e al confine, per i rifugiati stiamo garantendo supporto psico sociale, integrazione scolastica e una forma accompagnamento a un ritorno alla normalità che non sarà veloce”. Prima di concludere, Fatarella lancia un appello: “Ogni guerra è una guerra contro bambini. Sostenete tutti i bambini che soffrono a causa della guerra in Ucraina ma non dimenticate le altre guerre e gli altri bambini perché hanno tutti lo stesso diritto”.
(ITALPRESS).