“Non si interrompe così un’emozione”. Parole di Federico Fellini che prendo a prestito a quattro giorni dall’inizio della trentatreesima di campionato. E ci avevano detto che per la regolarità del torneo le ultime sei giornate almeno le quattro di testa le avrebbero giocate tutte insieme. Inter e Milan venerdì, ho giusto un ricordo di noia. E sabato, se emozioni ho vissuto le devo al coraggio di Mazzarri, al rinascimento friulano (complimenti all’amico Pozzo per la scelta di Gabriele Cioffi) e al cuore amico dei rossoblù di Sinisa: i bolognesi hanno rivelato tutte le debolezze della Juve che ha rinunciato a Dybala, pretendendo che sprizzasse Joya mentre Allegri lo mortificava (Lapo la pensa così, come ai tempi in cui fece la festa a Moggi& C…).
Per fortuna – e per disgrazia del Napoli – le ultime veraci emozioni sono arrivate dal “Maradona”, dove il risorto pasquale El Shaarawy ha fatto piangere Insigne. In onore di De Laurentiis, Spalletti e Mourinho hanno girato una sorta di film. Secondo i napoletani più sfiduciati, “Spallettone” ha messo in scena una dolorosissima puntata della telenovela “Addio sogni di gloria”; lo Specialone, invece, sempre aggiornatissimo, ha preferito “La mano de Diòs” versione Sorrentino. Molti, a Napoli, diranno che il pellegrinaggio di Mou al mural di Diego nei Quartieri Spagnoli, al pomeriggio, è stato determinante per ottenere un magico pareggio al 91′. Molto più realisticamente, senza invocare santi (ma perchè hanno abolito San Paolo e San Gennaro?) la Roma s’è guadagnata un punto prezioso con una prestazione umile e potente insieme: la potenza del lavoro, sia ben chiaro, dell’applicazione infinita, mentre gli azzurri tendono a spegnersi dopo mirabili sfuriate. E non voglio neanche infierire sugli arbitri di campo e di bottega, quelli che a Bologna han fatto più ridere che piangere, ma sempre farsa è. Ci ha pensato piuttosto Mourinho, a chiudere la quattro giorni pallonara, con un attacco durissimo agli arbitri. Quelli che in mancanza di emozioni pedatorie ci offrono puntualmente le loro funeste esibizioni. A questo punto, è Mourinho a trasmettere il rumore del nemico: per l’Inter che se lo ritrova a San Siro senza alcuna intenzione nostalgica; e perchè la Roma adesso punta al quarto posto della Juve. Chissà cosa ne pensa Lapo.
E ADESSO MOU “MINACCIA” INTER E JUVENTUS
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