VENEZIA (ITALPRESS) – Ha fatto tappa a Venezia ‘Italia Domani – Dialoghi sul Piano nazionale di Ripresa e Resilienzà, promossa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ad ospitare l’evento l’Auditorium The Human Safety Net in piazza San Marco, alle procuratie Nuove. Presenti tre ministri: all’economia e Finanze, Daniele Franco, Maria Cristina Messa per Università e Ricerca e il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, nominato recentemente presidente della Fondazione Venezia Capitale mondiale della Sostenibilità. Insieme al sindaco della città lagunare Luigi Brugnaro e al presidente della Regione Luca Zaia, hanno spiegato i progetti per la città, i vantaggi per il territorio, il ruolo degli enti locali nell’attuazione del Pnrr e le modalità per accedere alle risorse, in un dialogo con i cittadini, le associazioni di categoria e le imprese.
Il ministro Brunetta ha ricordato che le risorse “saranno pressochè raddoppiate dalla capacità di attrarre investimenti privati sul solco degli interventi pubblici. E’ la cosa più importante – ha dichiarato – aver costruito un modello Venezia-Veneto che possa essere di esempio per tutta l’Italia”.
“Due miliardi 719 milioni di euro è quanto riceveremo e abbiamo già un progetto di investimento – ha affermato Luca Zaia – ma siamo andati oltre con un tavolo di partenariato in cui abbiamo raccolto 150 progetti con 60 interlocutori, per un progetto di fattibilità da 7 miliardi e 8, in grado di movimentare 22 miliardi di PIL nazionale e creare occupazione per 110 mila persone, delle 43mila delle quali in Veneto”. “A Venezia si va bene – ha confermato il sindaco Luigi Brugnaro – perchè abbiamo già iniziato molti progetti. Le persone vogliono progetti concreti, non carte e parole. Abbiamo già iniziato con i pullman elettrici al Lido, con le ricariche, tra qualche mese verrà attivato il distributore di idrogeno al Lido. Tra qualche mese Eni toglierà il cracking a Marghera con il fosgene. E ancora vedremo stadio, palasport, una Marghera diversa, non tutto realizzato con i soldi del Pnrr.
L’importante che le persone entro il 2026 vedano una città nuova”.
“Dobbiamo aiutare i giovani ad iscriversi all’università e a pagare le spese dei fuori sede – ha aggiunto la ministra Maria Cristina Messa- soprattutto se il progetto è quello di rendere Venezia città universitaria. L’altro filone è dotato i 11 miliardi sulla ricerca, per riportare in Italia ricercatori e creare grandi filiere per creare spin-off e start-app e fare attività innovativa di cui ha molto bisogno la nostra impresa”.
Dal canto suo il ministro Daniele Franco ha ribadito, a chi obbietta che il piano andrebbe cambiato visto il caro energia e la guerra, che i motivi per cui l’Europa si è data questo piano non sono cambiati. “L’obiettivo del Piano – ha spiegato – era quello di uscire dalla recessione, affrontare la questione climatica per la manifattura, cambiare i prodotti, il modo di viaggiare e consumare. Poi la rivoluzione tecnologica e l’inclusione. Quindi dobbiamo avere chiari questi obiettivi e semmai bisogna accelerare. In alcuni casi – ha aggiungo – può darsi che dovremo rivedere le valutazioni su alcune opere e troveremo risorse europee o nazionali, ma l’importante è che ogni intervento sia selettivo, che vada a trovare i problemi e risolverli”, ha detto facendo riferimento alla crescita dell’inflazione e del costo di alcune materie prime, oltre alla loro indisponibilità. “Non credo – ha concluso – sia il caso di rimettere in discussione tutto quanto, anzi, quanto sta accadendo dovrebbe indurci a procedere rapidamente”.
(ITALPRESS).
Pnrr, Venezia e il Veneto un esempio di modello pubblico-privato
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