VENEZIA (ITALPRESS) – Fare rete di memoria per lasciare alle nuove generazioni il messaggio che quello che è accaduto non può e non deve ripetersi. E’ questo il filo conduttore che lega “Tre vite dell’Haggadah di Sarajevo” e “Il libro della liberazione. Venezia e la Haggadah di Pesach” le due mostre a cura dell’Ufficio regionale Unesco di Venezia in collaborazione con Beit-Casa della Cultura Ebraica, presentate questa mattina a Palazzo Zorzi. L’iniziativa, che rientra nel calendario delle celebrazioni in occasione del Giorno della Memoria 2022, è stata illustrata nel corso di una conferenza introdotta da Ana Luiza Thompson-Flores, direttrice dell’Ufficio regionale Unesco per la Scienza e la Cultura. Tra i relatori anche il presidente di Beit Venezia Shaul Bassi, il presidente del Museo Nazionale della Bosnia Erzegovina Mirsad Sijaric, e Karel Fracapane della sezione di Educazione alla Cittadinanza Globale e alla Pace per l’Unesco. Nel corso del dibattito è intervenuta anche Helena Jesurum, autrice del libro “Un’indagine inaspettata”, che narra in poche pagine la storia del fratello ebreo costretto a lasciare l’Italia da bambino per evitare le persecuzioni e rifugiarsi in Svizzera.
All’incontro ha preso parte la presidente del Consiglio comunale Ermelinda Damiano che ha sottolineato l’importanza delle mostre: “Un’occasione di grande riflessione storica, culturale, civile e morale – ha detto – che insieme agli altri eventi predisposti dal coordinamento cittadino fa di Venezia un esempio straordinario del saper fare memoria. Un obbiettivo rivolto soprattutto alle nuove generazioni. Non è un caso che nell’organizzazione delle celebrazioni col passare degli anni si sia sempre più rafforzato il ruolo delle Università e delle scuole nel diffondere il messaggio che fare memoria vuol dire partire dalla conoscenza del passato e assumere la consapevolezza di ciò che è stato per potersi opporre al più grande errore della nostra storia con il nostro agire quotidiano. Il ruolo delle Istituzioni è quello di prendere posizioni nette: a noi spetta il compito di insegnare ai giovani la strada della tolleranza, soprattutto in un periodo storico come questo dove ancora esistono germi di odio e discriminazione”. In sala presente anche la consigliera della Municipalità di Chirignago Zelarino Elisa Bracceschi, in rappresentanza del presidente Francesco Tagliapietra.
“Aver curato l’organizzazione delle due mostre rispecchia il mandato della nostra organizzazione, ovvero diffondere i principi della pace – ha detto la direttrice dell’Ufficio Unesco Thompson Flores – E’ nostra responsabilità partecipare alle celebrazioni del Giorno della Memoria. Oggi presentiamo due mostre che esistono come due eventi apparentemente separati tra loro e che invece sono legati dal messaggio che vogliono dare soprattutto alle nuove generazioni: dobbiamo continuare a lavorare perché ciò che è stato non accada mai più. Le due esposizioni testimoniano l’importanza della memoria e della cultura ebraica. La tutela e l’eternità della cultura umana sono un aspetto fondamentale” ha concluso rivolgendo un invito ai giovani a visitare le mostre.
La prima mostra, “Le tre vite della Haggadah di Sarajevo” è organizzata dall’Ufficio Regionale dell’Unesco con il sostegno dell’Ambasciata degli Stati Uniti a Sarajevo. Ospita una replica significativa della Haggadah di Sarajevo in dimensioni originali con l’obiettivo di evidenziare l’unicità artistica ed estetica del manoscritto. La mostra, è stato spiegato nel corso della conferenza, vuole anche sottolineare la sua importanza culturale e storica insieme al ruolo dei libri nella vita spirituale ebraica. La seconda mostra, “Il libro della liberazione. Venezia e la Haggadah di Pesach”, curata da Beit in collaborazione con l’Ufficio Regionale Unesco, riproduce alcune opere di artisti contenute nella pubblicazione “New Venice Haggadah”.
Intrecciando diversi momenti storici attraverso storie e opere d’arte, questa mostra vuole dimostrare come una cultura ebraica vivente si sia opposta al tentativo di annientamento con i propri strumenti di memoria religiosa e culturale e attraverso una festa e un libro che celebrano la libertà dalla schiavitù.
“L’Haggadah è stato prodotto in migliaia di edizioni nel corso del tempo – ha spiegato Shaul Bassi – Una delle più famose, se non la più famosa, è l’Haggadah prodotta in Spagna ma associata a Sarajevo dove è stata conservata per molti secoli, passando proprio per Venezia. Un’altra edizione molto importante è stata creata in questa città nel 1609 e onorata con una edizione celebrativa nel 2016 grazie al lavoro di otto artisti contemporanei chiamati a inventarne una nuova. Il libro è la perfetta incarnazione dell’idea che la memoria è sempre collegata al passato, ma si rielabora nel presente. L’Haggadah può essere collegato al Giorno della Memoria per vari motivi, tra questi c’è il fatto che i manoscritti sono un modello di come si può continuare a ricordare leggendo e condividendo ricordi vecchi di secoli”. Le mostre ospitate a Palazzo Zorzi, sede dell’Ufficio regionale Unesco di Venezia, sono a ingresso libero. Saranno aperte al pubblico con i seguenti orari: 24 gennaio ore 14-18, dal 25 al 28 gennaio dale ore 10 alle 18, dal 29 al 30 gennaio dalle ore 10 alle 18.30.
(ITALPRESS).