LA JUVENTUS STA TORNANDO E NON SOLO PER LA CHAMPIONS

Un titolo lo offre questa partita che tanti archivieranno come deludente. Per me avverte il popolo del calcio che la Juventus sta tornando. Direte: per un posto in Champions. Dico: non solo, aspettiamo la primavera, come succedeva col Trap. Ho visto l’ultima Juve e mi è venuto in mente un altro illustre panchinaro, Arrigo Sacchi. Non perchè volessi immaginarmi un suo parere, semplicemente perchè la Signora ha esibito una grande “Umiltè”, virtù che non le conoscevo; a memoria dovrei tornare a qualche impresa trapattoniana (Furino, Benetti, Cuccureddu, Boninsegna a mettere peso e sostanza dove Bettega metteva eleganza). Il Trap doveva riportare la squadra fra le grandi, proprio come oggi Allegri soprattutto per il ritardo provocato dal folle ripudio di CR7.
Farà fatica, questa Juve, ma il nuovo atteggiamento è giusto e lo dimostra il ritorno energico del Bentancur già smarrito, l’applicazione spasmodica di Cuadrado, il migliore dei bianconeri, l’entusiasmo di Locatelli, l’abnegazione senza lamenti del Chiello, la diligenza di De Sciglio. E per finire – alla Sacchi – l’Umiltè di Dybala, bandiera di una Juve che affida la sua voglia di rinascita non all’artista ma al competente. Fa soffrire, vederlo affrontare l’uno-contro-uno quasi sempre a rischio figuraccia; impegnato in un ruolo operaio contro natura eppure rispondente al contratto da divo; e trovarlo a ridosso dei difensori che quando riescono a togliere il pallone all’avversario chiedono a Paulo di nasconderlo un attimo, non come sapeva fare Zidane e tuttavia con l’innegabile carisma del campione che sa far magie. Perchè spesso, quando la sfera finisce su altri piedi diventa un pericolo: passaggi sbagliati mettono in moto un Milan in costante agitazione, un Milan che non sa capacitarsi della modestia infusa nella Juve dal solitamente ambizioso Allegri. Vero è che è cambiato anche lui, Max, non sembra proprio Mister Cinque Scudetti, anzi, lotta per un posto in Champions come se fosse l’Atalanta, oggi la concorrente più fastidiosa. Di fatto, potrei dire che non ho visto uno zeroazero bello e emozionante come Atalanta-Inter ma una brutta partita, se non altro perchè le era stato affidato il clou di un turno ricco, importante, già qualificato da un’Inter irresistibile e da un Napoli festoso. A queste ultime parole aggiungo una lacrima dedicata al mio amico Gianni Di Marzio. E stato bello vivere una quarantennale storia di calcio volendosi bene anche quando facevamo teatro da rivali.

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