Lepre “L’Italia sta galoppando ma dobbiamo rimboccarci le maniche”

ROMA (ITALPRESS) – “Noi italiani siamo come l’araba fenice che risorge. Abbiamo la prova in questo momento economico. L’Italia sta galoppando: avevamo una previsione di Pil ad aprile del 4,5% per il 2021, siamo balzati al 6% e addirittura si parla di un possibile 7% fino al 31 dicembre 2021. Tra le altre cose, c’è stata anche per quanto concerne il deficit statale una previsione dell’11 e siamo al 9,80%. Tutte cose che però sono partite soprattutto dai cittadini”. Lo ha detto l’economista Gianni Lepre, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica “Primo Piano” dell’Agenzia Italpress.
“Dobbiamo – ha continuato – rimboccarci le maniche. Noi cittadini sicuramente l’abbiamo fatto: stiamo uscendo dalla crisi economica perché i cittadini sono determinati. Lo devono fare anche i nostri politici, pensando meno a se stessi e più ai cittadini”.
Lepre recentemente ha pubblicato il libro “Le ragioni del Mezzogiorno. Un percorso per unire società civile e classe dirigente”. “Abbiamo una politica – ha spiegato – molto distante dai cittadini e dalla strada. Per l’attività che svolgo, quella di commercialista, tutti i giorni sono sul campo, affronto le problematiche delle aziende, dei cittadini, dei contribuenti e devo dire che la distanza tra questa entità e la politica è enorme”.
L’economista ha anche ricordato il ruolo del presidente del Consiglio, Mario Draghi, che “si è imposto in Europa con il suo incarico precedente e ha dimostrato di saperci fare”. Quindi non sono stati solo “gli italiani ma anche lui” perché “sa far valere la propria personalità” e “quando ci si presenta con un curriculum importante si viene presi in considerazione”. Di fronte all’ipotesi di Draghi al Quirinale, però, “spero più di no che di sì – ha affermato – perché da presidente del Consiglio potrà sicuramente fare molto di più che da presidente della Repubblica”.
Adesso c’è la questione della riforma fiscale e dell’intervento sul catasto. “Io sono per un abbassamento delle tasse – ha dichiarato Lepre -, l’abbassamento del cuneo fiscale. Chi deve essere contento in Italia? In primo luogo le imprese e i lavoratori che davvero producono il reddito. Le imprese devono pagare meno tasse perché è statisticamente provato che quando le tasse sono giuste ed eque la gente le paga volentieri e paga di meno, in cambio di servizi. Abbassarle significa creare economia. Lo stesso discorso vale anche per il catasto. Dal punto di vista economico – ha proseguito -, il mercato immobiliare è stato sempre portante per l’economia. Il momento è ancora difficile, per cui aumentare i valori catastali significa far pagare più Imu e imposta di registro negli atti di compravendita. Tutto questo non porterà alcun beneficio ma all’appiattimento dal punto di vista della compravendita del mercato immobiliare. Non bisogna farlo”.
Per Lepre, inoltre, “anche l’aumento delle bollette porterà alla crisi della famiglia e delle imprese”. “Per me – ha sottolineato – la soluzione è molto semplice: su cento euro di bolletta, 33 è il costo della materia prima ma 66 sono tasse. Bisogna recuperare l’aumento del costo della materia prima abbassando le tasse”.
Si discute anche di reddito di cittadinanza. “Sono dell’avviso che il reddito di cittadinanza vada completamente rivisto”, ha detto Lepre. “Ci sono persone veramente bisognose – ha continuato -, parliamo degli invalidi, quelli non in grado di lavorare o persone di una certa età, cioè fuori dal mondo del lavoro”, ha aggiunto, parlando poi di “quella fascia intermedia che dopo il reddito di cittadinanza preferisce stare a casa”. Inoltre, ha sottolineato, “la macchina statale attuale e i centri per l’impiego che dovrebbero creare lavoro non ci riescono. Quei soldi del reddito di cittadinanza di determinate persone dovrebbero andare direttamente all’impresa che assume in soprannumero”. Sul Pnrr “abbiamo tempi ben stretti”, ha spiegato. “Dobbiamo fare in modo – ha evidenziato – che la macchina statale funzioni bene e sia in grado effettivamente di impiegare bene” le risorse. “Bisogna essere vigili e attenti però c’è il problema della burocrazia, che definisco il cancro dell’economia. Abbiamo un esempio bellissimo negli ultimi tempi: il ponte di Genova è stato realizzato in un anno perché si è deciso di mettere da parte la burocrazia. Se avessimo seguito la burocrazia probabilmente non sarebbe stata messa neanche la prima pietra”.
In generale oggi “bisogna pensare all’attualità però anche al futuro”. “Bisogna fare qualcosa per migliorare il mondo e anche in economia e in politica – ha concluso – bisogna guardare lontano e non all’immediatezza”.
(ITALPRESS).

Vuoi pubblicare i contenuti di Italpress.com sul tuo sito web o vuoi promuovere la tua attività sul nostro sito e su quelli delle testate nostre partner? Contattaci all'indirizzo [email protected]