Ponte Morandi, dal crollo alla rinascita tra ricordo e rabbia

GENOVA (ITALPRESS) – “Chi ha gestito incautamente le nostre infrastrutture oggi dovrebbe essere con le spalle al muro”. Le parole di Egle Possetti, portavoce dei familiari delle vittime del ponte Morandi, risuonano nella radura della Memoria all’ombra del nuovo viadotto disegnato da Renzo Piano. A Genova è una caldissima giornata d’estate, tutto il contrario del 14 agosto di tre anni fa quando il gigante di calcestruzzo si sbriciolò durante la tempesta, portando con sé 43 vite. Alle 11.36 la città si è fermata ancora una volta per ricordare, con le campane delle chiese, le sirene delle navi in porto e il silenzio del dolore.
Silenzio che contrasta con la rabbia di chi ha perso qualcuno di caro: “Dal 14 agosto di tre anni fa – ha proseguito Possetti durante la commemorazione ufficiale coi ministri Cartabia e Giovannini – il vaso di Pandora si è aperto su un sistema senza dignità e umanità, ma la sensazione è che man mano c’è chi cerca di richiudere quel vaso, per dimenticare quanto accaduto e crearne nuovi vasi di Pandora”. Perché “non bastano le medaglie dei nostri atleti alle olimpia di per risollevare la dignità della nostra nazione”. Il riferimento è alla vicenda delle concessioni autostradali. Ma anche al processo che partirà il 15 ottobre, su cui aleggiano le preoccupazioni legate alla riforma della giustizia.
A dissipare i dubbi ci ha pensato proprio la guardasigilli Marta Cartabia, che dopo aver ribadito durante la commemorazione che “il processo non è a rischio prescrizione”, ha incontrato i familiari delle vittime per rassicurarli: “Non c’è da temere che processi come ponte Morandi e altri possano svanire. Il lavoro della riforma è portare a tempi brevi, non vanificare i processi”. Una riforma che “bastava guardare con un po’ più di onestà intellettuale per non generare turbamento ha chi ha già un così grande dolore da sopportare”.
L’altro ministro, il titolare delle Infrastrutture Enrico Giovannini, ha puntato senza mezzi termini sugli investimenti per la sicurezza, perché “ci sono tanti posti così in Italia” e “sappiamo che talvolta per qualcuno avviare una nuova opera è elettoralmente più interessante che investire in sicurezza. Il governo chiede a tutti gli operatori che devono prendere decisioni, ma soprattutto alle istituzioni, di rafforzare l’impegno comune per andare tutti insieme verso un’operazione doverosa oltre che utile”.
Non c’era invece il premier Mario Draghi, che però ha fatto arrivare un messaggio forte e chiaro: “A Genova lo Stato ha tradito la fiducia che i cittadini ripongono nei confronti delle istituzioni. Con il Ponte Morandi sono crollate le fondamenta del vivere civile, che è alla base della nostra comunità”.
Questa mattina, oltre alla cerimonia ufficiale, sono partiti anche i lavori per il memoriale che sorgerà sotto il nuovo ponte, un luogo che sarà un museo sulla tragedia ma anche un polmone verde per la Valpolcevera con giardini, serre e orti, al centro del grande parco progettato dall’architetto Stefano Boeri. “Voglio ricordare che è un importante per le famiglie delle vittime, che avranno un posto dove riunirsi ma lo sarà soprattutto per i genovesi e tutti coloro che verranno a visitarlo, che penseranno a quello che è successo, agli errori del passato e a come costruire un futuro migliore per noi e i nostri figli”, ha aggiunto il sindaco Bucci.
Intanto, dopo l’annuncio del Comune, anche la Regione potrebbe costituirsi parte civile nel processo sul crollo: “Stiamo valutando con i nostri avvocati, sicuramente tuteleremo gli interessi di Regione Liguria nel modo più efficace ed efficiente – ha detto il presidente Giovanni Toti -. Credo che la costituzione di parte civile sia uno di questi modi ma non sono un avvocato. Vorrei che la finissimo col dare suggerimenti che hanno il sapore della politica, come quando si diceva che avrebbero buttato fuori a calci da autostrade Atlantia Benetton, promettendo una cosa che era impossibile”.
(ITALPRESS).

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