Se il Barcellona ha perso Messi (in lacrime) e il danaro è l’unica cosa che conta nel calcio, noi italiani siamo messi male. Una delle poche novità è il calendario asimmetrico, che è come lo strabismo di Venere, che fa sembrare le donne con gli occhi storti più avvenenti di quelle normali. Ma bisogna vedere se tutto il resto è a posto. Il campionato che sta per cominciare, al di là della propaganda, non sarà più emozionante di quelli passati solo perchè la Nazionale è campione d’Europa. Sarà bello per alcuni e brutto per altri, come sempre. Anzi si potrebbero creare aspettative ingiustificate proprio per il trionfo azzurro. Forse sarà addirittura un campionato al ribasso, viste le perdite tecniche. Infatti, se la Federazione è più ricca, il patrimonio dei club è rimasto inalterato (cioè molti sono in braghe di tela) e, tecnicamente, la serie A ha perso alcuni giocatori importanti come Donnarumma, Hakimi e Lukaku in ordine di… sparizione. Solo la Nazionale si è rivelata vincente, abbiamo detto: i club infatti non hanno battuto chiodo nelle coppe. E’ tornato qualche allenatore importante come Mourinho alla Roma, ma la sua scienza calcistica dovrà essere supportata da adeguati acquisti e da nervi saldi, cosa che non è successa a Siviglia. Una differenza con l’ultimo campionato effettivamente esiste ed è questa: l’inter campione non è più la favorita, come da prassi per i campioni in carica, mentre l’anno scorso eravamo tutti certi che la Juventus avrebbe vinto il decimo scudetto consecutivo e la previsione si è rivelata sbagliata perchè la squadra (allora) di Pirlo ha fallito il traguardo anche per miopia dirigenziale. Basterà il carisma di Max Allegri a (ri)portarla in alto? Facile dirlo, ma con un Ronaldo più attempato, come gli euforici big della difesa Bonucci e Chiellini, la bacchetta magica del nuovo (?) allenatore bianconero tornerà a funzionare? Cosa cambierà nella pratica nell’Inter non più di Conte, ma di Inzaghi? E il Milan con le sue vecchie novità (Giroud oltre a Maignan) ripeterà certi risultati? Forse (col Napoli) l’unica squadra che potrà inserirsi efficacemente nella lotta per lo scudetto è l’Atalanta che ha già fatto un sufficiente apprendistato, ha preso Musso in porta e Demiral in difesa e non ha debiti, al contrario dei candidati “ufficiali” al titolo. Ma Bergamo non è una piazza abbastanza grande per creare gli entusiasmi che suscitano (per interessi vari) Milano, Roma o Torino. E se ne parla poco. La Lazio di Sarri propone interrogativi interessanti. La fiera delle illusioni è in piena attività. Non ci sono favoriti. Tutto (o quasi) cambia gattopardescamente: cioè per restare come prima. Ma ormai siamo vaccinati. A tutto.
LA SERIE A PERDE I BIG, SARA’ UN CAMPIONATO AL RIBASSO?
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