Ti sei mai domandato cos’è e come funziona la ritenuta d’acconto? Siamo certi di si, soprattutto se hai da poco iniziato a emettere delle ricevute o a interessarti ai temi contabili e fiscali (a proposito, qualche giorno fa abbiamo parlato anche dell’imposta di registro).
Proprio per permetterti di evitare confusioni su un tema così importante, di seguito troverai una guida alla ritenuta d’acconto, con esempi e facili spiegazioni che ti permetteranno di saperne un po’ di più su di essa. Ma iniziamo dalle basi.
Cos’è la ritenuta acconto
In primis, che cos’è la ritenuta d’acconto? Esemplificando la materia, possiamo definire la ritenuta d’acconto come una trattenuta a titolo di anticipazione sulle imposte. D’altronde, il nome stesso di questa ritenuta richiama alla mente l’acconto e, dunque, il fatto che il contribuente possa poi ricalcolare le imposte che dovrà al Fisco al netto di quanto già trattenuto con la ritenuta.
Senza correre troppo, ricordiamo come siano soggetti alla ritenuta i compensi per le prestazioni di lavoro autonomo, corrisposti ad artisti e professionisti.
L’elenco delle occasioni in cui dovrai applicare la ritenuta d’acconto è piuttosto lungo. Di seguito trovi sicuramente i casi più “tipici”:
- redditi derivanti dalla cessione dei diritti d’autore;
- diritti su opere d’ingegno, ceduti da persone fisiche non imprenditori o professionisti;
- utili che spettano a promotori e soci fondatori di società di capitali;
- utili da contratti di associazione in partecipazione, quando l’apporto è costituito in modo esclusivo dalla prestazione di lavoro;
assunzione di obblighi o prestazioni rese; - prestazioni di lavoro autonomo, anche occasionale.
A quanto ammonta la ritenuta d’acconto
Ora che sai che cos’è la ritenuta d’acconto, è bene che tu sappia che non esiste un’aliquota fissa per tutti, considerato che per ciascuna delle categorie che sopra abbiamo esposto potrebbero esserci diverse ritenute.
Ad ogni modo, nel caso più comune e, probabilmente, di tuo maggiore interesse – i compensi per prestazioni professionali – la ritenuta è pari al 20% del compenso percepito.
Nel caso in vece di redditi che derivino dai compensi ottenuti per i diritti di sfruttamento e di utilizzo di marchi, brevetti, opere dell’ingegno, la ritenuta sarà pari al 20%, ma calcolato sul 75% del reddito. Infine, nella ipotesi delle prestazioni per rapporti di agenzia, la ritenuta sarà pari al 23%, ma conteggiata sul 50% del reddito.
Pertanto, se hai casi molto specifici da affrontare – come ad esempio la contemporanea contabilizzazione di diverse categorie di reddito – il nostro suggerimento non può che essere quello di consultare il sito internet dell’Agenzia delle Entrate o domandare a un commercialista / fiscalista.
Come funziona la ritenuta d’acconto
Cerchiamo ora di compiere un ulteriore passo in avanti e cercare di capire come funziona la ritenuta d’acconto. Per far ciò, dobbiamo però introdurre brevemente due figure che torneranno nella nostra guida, il sostituto di imposta e il sostituito di imposta:
- il sostituto di imposta è colui che si sostituisce al Fisco per pagare le tue imposte in acconto. Se per esempio svolgi un lavoro professionale nei confronti di una società committente, sarà la società committente a divenire sostituto di imposta. Infatti, si sostituirà al Fisco versando l’importo della ritenuta d’acconto con modello F24 (ne parleremo a breve);
- il sostituito di imposta è invece colui che effettua la prestazione di lavoro autonoma (nel caso di cui sopra sei proprio tu, che hai svolto il tuo lavoro professionale permettendo al sostituto di imposta di versare al Fisco la ritenuta).
Quanto sopra si traduce ovviamente nella fattura che dovrai emettere nei confronti del committente, e nel netto a pagare che riceverai sul tuo conto corrente.
Il netto a pagare sarà infatti calcolato sulla base del (compenso) + (IVA 22%) – (ritenuta d’acconto 20%), con la ritenuta che sarà calcolata sul compenso. Se dunque il tuo compenso è di 1.000 euro, l’IVA sarà pari a 220 euro e la ritenuta d’acconto a 200 euro, con conseguente netto a pagare di 1.020 euro.
Come si paga la ritenuta d’acconto
La ritenuta d’acconto deve essere versata entro e non oltre il giorno 16 del mese successivo al pagamento della fattura.
Se effettui una prestazione con fattura il 26 luglio 2018, il sostituto di imposta dovrà effettuare il versamento entro il 16 agosto 2018. Il versamento andrà effettuato con il modello F24. Basta utilizzare il codice tributo 1040 e indicare come periodo di riferimento il mese di prestazione. Nella prima parte dell’anno successivo a quello in cui sono stati effettuati i versamenti delle ritenute d’acconto, il sostituto di imposta dovrà consegnare al professionista una Certificazione Unica con il riepilogo dei compensi con ritenuta d’acconto.