MILANO (ITALPRESS) – Dopo l’approvazione di oggi in Commissione Territorio (astenuti PD e M5Stelle, voto favorevole dei gruppi di maggioranza), approda al vaglio del Consiglio regionale della Lombardia (dove sarà discussa nella seduta del 15 giugno) la proposta di modifica alla legge regionale n°12 del 2005 proposta dalla Giunta regionale e riguardante gli interventi relativi al patrimonio edilizio esistente dismesso.
“L’obiettivo della nuova normativa, che propone alcune modifiche e integrazioni all’art. 40 bis, rimane quello di promuovere interventi di messa in sicurezza ed efficientamento di edifici abbandonati – spiega Gabriele Barucco (Forza Italia), relatore del progetto di legge – estendendo il potere discrezionale dei Comuni, ampliando i margini di manovra e incentivando il recupero di tante situazioni di degrado che generano, allo stato attuale, problemi di sicurezza e costi di gestione non indifferenti”.
Le modifiche al vaglio del Consiglio incidono su alcuni punti particolari, nell’ottica di superare le censure più rilevanti riguardo la legittimità costituzionale del provvedimento sollevate dalle ordinanze del TAR Lombardia n°371/372/373.
Il progetto di legge introduce così alcune modifiche significative alla legge attuale: le norme si applicheranno solo agli immobili di qualsiasi destinazione d’uso, che, alla data di entrata in vigore della stessa legge, da almeno un anno risultano dismessi e causano criticità per uno o più aspetti quali salute, sicurezza idraulica, problemi strutturali, inquinamento, degrado ambientale e urbanistico-edilizio e non più agli immobili che assumeranno le suddette caratteristiche di dismissione successivamente all’entrata in vigore della norma; ci sarà la possibilità, per i Comuni, di determinare la quota degli incentivi da applicare, stabilendo sin d’ora che tali incentivi non sono di carattere finanziario, ma relativi solo ad aspetti di natura urbanistica e procedimentale.
Gli Enti potranno inoltre abbinare un bonus volumetrico compreso tra il 10 e il 25 per cento, da applicare come indice di edificabilità. In mancanza di determinazione comunale, la norma regionale prevede un incremento pari al 20 per cento.
Un’altra sostanziale modifica introdotta per facilitare l’applicabilità della legge, consente ai Comuni per gli immobili di proprietà degli enti pubblici di determinare l’applicazione di un diverso termine per l’inizio degli interventi, non più nel range dei tre anni ma in un periodo compreso tra ventiquattro mesi e cinque anni.
“Le modifiche apportate chiariscono alcune incertezze normative precedenti e semplificano le procedure nell’ottica di incoraggiare sempre più la sinergia tra pubblico e privato promuovendo nello stesso tempo uno spirito maggiore di collaborazione con le amministrazioni locali” spiega Claudia Carzeri, presidente della Commissione Territorio.
“Con questo provvedimento – conclude Barucco – cerchiamo di rispondere concretamente alle richieste del territorio con una visione futura che punta alla sostenibilità ambientale. Con la rigenerazione urbana si vuole promuovere e incentivare attività che migliorino i centri urbani, sotto molteplici aspetti, di carattere economico, urbanistico e sociale: sono convinto che questa sia la chiave per la ripresa economica, visto che oltre a mobilitare investimenti e creare occupazione, permette di rivitalizzare il tessuto economico-sociale della nostra regione”.
(ITALPRESS).
Nuove regole per il recupero del patrimonio edilizio dismesso
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