Approvata oggi dal Consiglio regionale del Lazio, presieduto da Marco Vincenzi, a maggioranza, con 46 voti favorevoli e uno contrario, la proposta di deliberazione consiliare n. 62 del 2021, “Modifica al regolamento dei lavori del Consiglio regionale. Istituzione della commissione permanente trasparenza e pubblicità”. Questo organismo diventerà quindi la tredicesima commissione permanente del Consiglio regionale, come da modifica recata all’art. 14 del regolamento dei lavori. Le sue funzioni, elencate all’art. 14 quinquies, inserito nel regolamento da questa pdc, consistono principalmente in una competenza referente in ordine alle proposte di legge concernenti trasparenza e pubblicità (anche eventualmente assegnate per competenza ad altre commissioni, ma che presentino rilevanti aspetti connessi a quei temi, caso in cui la nuova commissione esprimerà un parere) e nel monitoraggio sulla trasparenza dell’attività amministrativa regionale.
Dei circa 60 emendamenti presentati all’atto, approvati uno di Fabrizio Ghera di Fratelli d’Italia, riformulato dalla Giunta, che equipara l’istituenda commissione agli altri organismi di garanzia e vigilanza, assegnandone quindi la presidenza alle opposizioni come vuole l’articolo 25 dello statuto; un altro, di Davide Barillari del gruppo misto, presentatore della quasi totalità degli emendamenti (ma altri avevano come primo firmatario Pasquale Ciacciarelli della Lega), volto a introdurre un esplicito obbligo di segnalazione al presidente del Consiglio regionale di ogni eventuale grave rilievo nell’esplicazione delle procedure amministrative.
Come spiegato da Marta Leonori, capogruppo del Partito democratico, che ha illustrato la pdc ai consiglieri, l’iniziativa dell’atto è stata del consigliere Mauro Buschini in conferenza dei capigruppo, e ad essa si è registrata una adesione immediata da parte della altre componenti presenti in Consiglio. Nella sua illustrazione, Leonori ha detto anche che, fin dal d.lgs. 33 del 2013, il Consiglio regionale si è dotato di strumenti atti a garantire la trasparenza; la commissione trasparenza è una iniziativa che potrebbe far da battistrada anche rispetto ad altre assemblee regionali, ha concluso Leonori.
Per le opposizioni, Chiara Colosimo ha parlato di “una slavina innescata da Concorsopoli” e ha detto che i fatti emersi di recente, relativamente alle assunzioni fatte in Consiglio regionale attingendo a una graduatoria di un ente locale, dovrebbero motivare le dimissioni del presidente Zingaretti. Anche questa iniziativa odierna, sebbene indispensabile, arriva “in netto ritardo”, secondo la consigliera di Fratelli d’Italia. Colosimo ha fatto riferimento nel suo intervento anche alla vicenda delle mascherine, dicendo che un anno fa a quest’ora si negava da parte della maggioranza qualsiasi accusa, ma poi ci si è dovuti arrendere all’evidenza della truffa subita da parte della Regione. Secondo Davide Barillari, “la Regione non ha mai brillato per trasparenza” e questo episodio lo conferma; gli organi preposti a vigilare sulla trasparenza vi sono già, a suo avviso, quindi vanno solo fatti funzionare. La contraddizione consistente nel fatto che il primo firmatario di questa richiesta sia colui che era presidente del Consiglio regionale nel momento in cui la vicenda è venuta fuori è stata sottolineata da Barillari. “Fatta così, questa commissione non serve”, ha concluso Barillari: quindi lo scopo dei circa 50 emendamenti da lui presentati a questo atto è far funzionare davvero l’istituendo organismo.
Giancarlo Righini di Fd’I ha detto di ritenere che la funzione di questa commissione, sicuramente utile e importante, deve essere però preventiva: le indagini le compie la magistratura, infatti, mentre una commissione consiliare ha ben altro scopo. Anche da parte sua un richiamo alla vicenda delle mascherine, su cui è necessario “fare chiarezza”, e alla vicenda giudiziaria riguardante la dirigente del ciclo rifiuti regionale. Una iniziativa quindi che serve a restituire credibilità alla Regione, secondo Righini. Questa iniziativa nasce a seguito di certi fatti, quindi ha il sapore di un rimedio tardivo; così Sergio Pirozzi di Fratelli d’Italia, secondo cui la responsabilità politica, in questo caso come in quello delle mascherine, è in realtà del presidente Zingaretti. “Assordante silenzio” su questa vicenda è comunque quello del Movimento 5 stelle, secondo Pirozzi.
D’accordo anche Massimiliano Maselli di Fd’I sul fatto che una commissione trasparenza avrebbe già dovuto esserci, e da tempo, in questo Consiglio; la sua efficacia dipenderà ovviamente dai suoi componenti e dal suo presidente, secondo Maselli. “Puntare sul merito” è il suggerimento che scaturisce dalla vicenda in oggetto, che mette in gioco l’immagine del Consiglio regionale, a suo avviso.
(ITALPRESS).