Tra le diverse modalità di pagamento che si possono effettuare attraverso un conto bancario o postale rientra anche il cosiddetto bonifico parlante. Non tutti sanno però di cosa si tratta nello specifico, i casi in cui diviene necessario usarlo e come lo si può compilare. In questo articolo lo scopriremo.
Bonifico parlante: definizione
Partiamo dalla definizione. Un bonifico parlante è un particolare metodo di pagamento che consente di avere traccia sia dei dati del destinatario sia del contribuente che ha sostenuto le spese.
Parliamo di “contribuente” perché questo strumento viene generalmente utilizzato per richiedere detrazioni fiscali a seguito di spese specifiche. È il caso di spese che vengono realizzate per l’acquisto di prodotti da utilizzare per gli interventi di ristrutturazione di un immobile. Ma questo è solo uno dei vari esempi in cui si ricorre all’uso di un bonifico parlante.
Come si compila un bonifico parlante
Per poter essere valido ai fini della detrazione fiscale, un bonifico parlante deve rispettare alcune caratteristiche fondamentali, in assenza delle quali l’Agenzia delle Entrate può non accettare la richiesta inoltrata dal contribuente. Ma quali sono queste caratteristiche?
In questo particolare tipo di bonifico occorre introdurre obbligatoriamente:
- la causale dello stesso;
- i dati del richiedente;
- il numero di partita IVA o il codice fiscale del beneficiario del pagamento.
Nella causale del bonifico bisogna riportare lo specifico rifermento normativo, ossia “Bonifico di pagamento per lavori di riqualificazione edilizia con detrazioni previste dall’art. 16-bis del D.P.R. 22 dicembre 1986 n.917”. È inoltre preferibile inserire anche il riferimento alla fattura emessa dal beneficiario.
Nel bonifico parlante è inoltre necessario inserire il nome, il cognome e il codice fiscale dell’intestatario che fruirà della detrazione fiscale. Il bonifico parlante deve infine riportare come intestatario il numero di partita IVA dell’impresa beneficiaria o in alternativa il codice fiscale del titolare della stessa.
Come effettuare il pagamento
Il bonifico parlante può essere effettuato in forma cartacea con la semplice compilazione dei moduli disponibili presso la propria filiale bancaria o presso l’ufficio postale. In alternativa il bonifico può anche essere effettuato online, nel caso in cui il richiedente sia abilitato a un servizio di Home Banking.
È opportuno ricordare che il bonifico parlante è considerato come l’unica modalità di pagamento accettata per poter accedere a determinati incentivi. Modalità di pagamento alternative come la carta di credito o gli assegni non risultano in questi casi valide ai fini della richiesta di detrazione fiscale.
Cosa accade in caso di errore nella compilazione
Nel caso in cui il contribuente compia degli errori nella compilazione e nell’invio del bonifico parlante, l’Agenzia delle Entrate può non accettare la richiesta di detrazione. Occorre tuttavia precisare che di recente la linea si è ammorbidita. Il Fisco permette quindi ai contribuenti che hanno commesso errori di mettersi in regola per poter così fruire dell’agevolazione.
Errori comuni nella compilazione del bonifico
La corretta compilazione del bonifico parlante resta comunque un aspetto molto importante da curare. Occorre di conseguenza cercare di prestare la massima attenzione.
Tra gli errori più comuni nella compilazione del modulo per predisporre questo tipo di bonifico c’è ad esempio l’indicazione di una norma sbagliata riferita all’intervento effettuato.
Altro errore tipico si ha nell’incompletezza dei dati richiesti o nell’omissione di informazioni importanti.
Bonifico parlante per mobili ed elettrodomestici: causale
Questo tipo di bonifico può essere utilizzato anche in caso di richiesta di detrazioni per l’acquisto di mobili e di elettrodomestici, quando questi ultimi rientrano tra i prodotti inclusi in una agevolazione fiscale. Nel caso specifico nella causale del bonifico occorre inserire la seguente dicitura: “Spese per arredi o elettrodomestici ai sensi dell’art. 16, comma 2, DL 63/2013, convertito nella legge 90/2013”.