Fondazione Ricerca e Imprenditorialità, cinque idee per un nuovo sviluppo del Sud

Cinque idee per un nuovo sviluppo nel Mezzogiorno. Le ha presentate la Fondazione Ricerca e Imprenditorialità in occasione dell’iniziativa “SUD – Progetti per ripartire” voluta dal ministro Mara Carfagna per ascoltare istituzioni, esperti e proposte di cittadini in preparazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e dell’accordo di partenariato sui fondi europei 2021-2027, che si terrà domani e il 24 marzo. Si tratta di idee “affinché il piano Next Generation Europe possa costituire l’opportunità per valorizzare il ruolo e le specificità dell’economia meridionale”.

Il Mezzogiorno – si sottolinea – è “un’opportunità storica, in un contesto in cui la sostenibilità del crescente debito pubblico richiede una crescita del Pil maggiore di quella del passato”. Per questo “lo sviluppo del Sud deve rappresentare un ruolo trainante per l’intera economia nazionale, con una strategia più ambiziosa di crescita industriale”, riportando attenzione al divario esistente con il resto del Paese “e cambiandone al contempo prospettiva affinché ciò diventi un’opportunità di crescita attraverso la nuova rivoluzione industriale 4.0 per l’attivazione di Poli di innovazione e di imprenditorialità; la nuova centralità geopolitica del Mezzogiorno nel Mediterraneo;i grandi cambiamenti indotti dalla grave crisi pandemica”.

Secondo la Fondazione, inoltre, bisogna “rileggere il Mezzogiorno”, facendo dell’high-tech la “leva primaria per la crescita, già presente sul territorio con alcune grandi imprese”. E si fa riferimento in particolare a “sei poli tecnologici di rilevanza nazionale” che sono collocati proprio al Sud, “che sta esprimendo una promettente vitalità in fatto di tasso di natalità di startup, comparabile al resto dell’Italia”. Terza idea: “La disponibilità di risorse umane qualificate per uno sviluppo high-tech può diventare una risorsa strategica se si arresta la fuga dei cervelli, potenziando l’attrattività del territorio”. Il vero obiettivo deve essere dunque quello di “trattenere le risorse umane di qualità: 132mila laureati sono partiti dal Mezzogiorno nel periodo 2012-2018 verso l’estero ed altre regioni italiane. Nel solo 2018 sono partiti oltre 20mila giovani, in aumento rispetto agli anni precedenti.

Quarto spunto: La nuova imprenditorialità tecnologica è una risorsa, anch’essa già presente, da rafforzare con l’interazione con le grandi imprese locali e il trasferimento tecnologico Al Sud piccole imprese high-tech nascono numerose, ma non sopravvivono. La sfida deve essere quella di favorire l’alleanza tra grandi-medie imprese e startup tecnologiche, che costituisce una peculiare caratteristica del capitalismo contemporaneo.

Infine la quinta idea: “Un ruolo determinante oggi deve essere svolto dall’università, sia attraverso la formazione delle risorse umane che attraverso la ricerca, il trasferimento tecnologico e la promozione della imprenditorialità”. “La sfida – sostiene la Fondazione Ricerca e Imprenditorialità – sta nel realizzare la convergenza tra ricerca di base (la cui importanza dev’essere riaffermata), ricerca mission-oriented e creazione di spin-off della ricerca. Il nuovo dinamismo delle università del Sud e la qualità dei risultati raggiunti costituiscono un segnale di grande rilevanza”.

Questo è bene evidenziato – si sottolinea – “dalle iniziative già svolte e quelle in corso, condotte dalla Fondazione R&I – dove sono presenti tra gli altri come soci fondatori Intesa Sanpaolo e Leonardo – in collaborazione sinergica con le otto principali Università delle Regioni Campania e Puglia”.

(ITALPRESS).

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