BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – “Gli hamburger senza carne sono già nei supermercati, tra non molto potrebbe arrivare anche il branzino senza pesce. Non è fantascienza, è un futuro molto prossimo che dà la misura delle politiche alimentari fin qui non adeguate dell’Ue dove si sta discutendo il futuro di sostenibilità e biodiversità, mentre nel frattempo colossi del food investono milioni sulle alternative alle proteine animali, come la Nestlè, che ha già immesso nel mercato svizzero il Vuna, tonno vegetale composto da proteine di piselli e altri ingredienti. L’alternativa vegetale ai prodotti ittici rappresenta una pericolosa deriva che non accettiamo e che non sarà necessaria se metteremo in campo le misure utili a salvare la pesca tradizionale, invece che condannarla all’estinzione. Giusto tutelare l’ambiente, ma siamo ancora in tempo per intervenire con politiche mirate sui territori ed evitare di essere costretti al pesce-vegetale come unica alternativa per il futuro. L’Ue inizi a riconoscere il ruolo dei piccoli pescatori come guardiani del mare e dell’acquacoltura come fornitrice chiave di alimenti e proteine sani. Servono più aiuti a pescatori e acquacoltori, con attenzione a quelli su piccola scala, e alle flotte costiere artigianali. Serve la tracciabilità dei prodotti, etichette chiare, controlli, tolleranza zero sulla pesca illegale. No al pesce senza pesce, sì al sostegno del Made in Italy, in un’ottica sostenibile e a lungo termine”. Lo afferma Annalisa Tardino, europarlamentare della Lega, relatrice ombra della strategia “Farm to Fork”, piano di strategia per il 2030 presentato a maggio dalla Commissione europea.
(ITALPRESS).