La scherma vuole ripartire. L’intento è stato ribadito questa domenica nel corso dell’incontro della Consulta dei Presidenti dei Comitati regionali svoltosi a Roma e che ha avuto per oggetto la programmazione della ripresa dell’attività agonistica. Come deciso dal Consiglio federale, la “stagione di transizione 2020-2021” vivrà di una prima fase regionale, per poi completare con la fase nazionale nel corso della primavera del prossimo anno. Grazie alla costante interlocuzione istituzionale ed ai chiarimenti forniti agli organismi competenti da parte della Federazione Italiana Scherma, il ministero dello Sport non ha annoverato la scherma olimpica e paralimpica tra le discipline “da contatto”. Ciò, a fronte dei Dpcm emanati in questi giorni, permette alle società schermistiche di proseguire la regolare attività di sala, nel rispetto dei rigorosi protocolli per l’attività addestrativa stilati dalla Federazione Italiana Scherma. La ripresa dell’attività agonistica risulta però particolarmente complessa, a motivo della classificazione della disciplina in “classe 8” nella scala di rischio, così come riportato nello studio condotto dal Politecnico di Torino e consegnato al Governo per il tramite del Comitato Tecnico Scientifico. Ciò impone una serie di doverosi atti propedeutici e misure di prevenzione, che sono state recepite nel protocollo per l’attività agonistica elaborato dall’apposito gruppo di lavoro della Federazione Italiana Scherma e che – così come è emerso nel corso della riunione della Consulta dei Presidenti dei Comitati regionali – rendono assai difficoltosa l’organizzazione di un evento agonistico schermistico. E’ per questa ragione che, come assicurato durante l’incontro dei vertici regionali con il presidente federale, Giorgio Scarso, i vice-presidenti Paolo Azzi e Giampiero Pastore ed il consigliere federale Vincenzo De Bartolomeo, la Fis ha chiesto già oggi alle autorità istituzionali competenti, di rivalutare la classificazione della pratica agonistica schermistica, nella scala di rischio, alla luce del protocollo redatto dalla FederScherma e che garantirerebbe il rispetto di quanto richiesto dalle normative vigenti in termini di contrasto alla diffusione dei contagi da Covid-19. A livello territoriale, intanto, i singoli Comitati regionali, di concerto con le realtà schermistiche locali, predisporranno un calendario di allenamenti inter-sala e di iniziative non agonistiche, per permettere, nel rispetto dei protocolli e delle misure di contenimento previste, la pratica schermistica in questo particolare periodo. “Sono fortemente convinto – è il commento del presidente della Federscherma, Giorgio Scarso – che quello che stiamo vivendo, è un periodo in cui bisognerà essere capaci di trovare ogni tipo di soluzione per fare fronte da una parte alla ‘voglia di scherma’ che si registra nei tanti atleti, tecnici e dirigenti, e dall’altra alle inevitabili e doverose prescrizioni, obblighi ed indicazioni che giungono dal Governo e che sono utili a contrastare l’evoluzione della pandemia. E’ uno dei momenti più difficili della storia recente e lo sport, che non è un ambito secondario ad alcuno, deve ancora una volta dimostrare di essere non solo agenzia valoriale ed educativa, ma anche e soprattutto leva morale e motivazionale per l’intero Paese. Noi proviamo a fare la nostra parte, lavorando per tornare presto ad una nuova normalità”.
(ITALPRESS).
Consulta presidenti regionali, la scherma vuole ripartire
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