ROMA (ITALPRESS) – “Sarebbe molto importante consentire all’Unione Europea di dare degli standard comuni, a me non piace questa idea che ogni paese decida quali siano le zone arancio o le zone rosse e le zone verdi”. Paolo Gentiloni, commissario europeo agli Affari economici e monetari, lancia la proposta di regole comuni sulla gestione Covid in Europa.
Intervistato da Riccardo Iacona per la puntata “Tempesta perfetta” sull’emergenza ecomomica del paese dovuta all’epidemia, in onda stasera alle 21.20 su Rai3, ha detto: “ci stiamo sforzando di offrire degli standard comuni per evitare che ogni Paese vada troppo in ordine sparso”.
Le conseguenze economiche della pandemia e i 100 miliardi di euro di extra deficit del Governo italiano, spesa mai vista prima, potrebbero pregiudicare qualsiasi ripresa futura? “L’importanza di reagire e di reagire in fretta non solo è stata accettata a livello europeo ma è stata incoraggiata – ha detto Gentiloni. Noi abbiamo immediatamente detto già dalla metà di marzo che sarebbe stata necessaria una spesa immediata per far fronte a questa situazione per contenere le conseguenze ad esempio nei rischi di disoccupazione”. “Dopo la pandemia quindi c’è una grande incertezza, non c’è dubbio – ha aggiunto. Questa incertezza non ha annullato la ripresa che è ancora in corso ma ne ha rallentato il ritmo e questo è un pò la preoccupazione che abbiamo”.
Per la prima volta l’Unione europea ha sospeso il patto di stabilità e “nessuno dei 27 Paesi europei starà nei famosi limiti del 3% del deficit”, ha detto Gentiloni, “e nella zona euro il debito sarà attorno al 102/104 per cento mentre nei trattati il limite dovrebbe essere del 60 per cento. E’ in corso una revisione delle regole del Patto di stabilità. Certamente io non penso che l’anno prossimo si cambieranno i trattati perchè sarebbe un pò velleitario come obiettivo ma anche lasciando i Trattati invariati si possono rendere i percorsi per rispettare alcuni limiti sul deficit e sul debito molto più graduali molto diversi da paese a paese”.
“Uno degli insegnamenti di questa crisi è che non è una crisi uguale per tutti. Noi andiamo da Paesi che hanno avuto nel secondo trimestre un meno 4 per cento nel Nord, a Paesi che hanno avuto meno 18 e mezzo per cento come la Spagna, quindi l’operazione europea di questo fondo senza precedenti è un’operazione che cerca almeno di ridurre queste differenze”.
Con questi soldi “certamente si possono fare degli interventi di natura fiscale per facilitare riduzioni del costo del lavoro in alcuni settori per promuovere alcune zone più disagiate del Paese ma altrettanto certamente dire che si fa un taglio generalizzato delle tasse con effetti permanenti nella sostenibilità dei nostri conti pubblici con i piani europei sarebbe assolutamente imprudente e sbagliato”.
“Non è che abbiamo una Finanziaria bis per i prossimi dieci anni – ha detto -. Abbiamo un piano straordinario per le prossime generazioni. Ci vuole grande coraggio sul piano politico per spenderlo in quella direzione”.
Sull’ipotesi che il Next Generation EU possa essere a rischio, il Commissario ha detto: “Sono fiducioso sulla base dell’esperienza di questi mesi piuttosto straordinari nei quali l’Europa ha preso delle decisioni che aveva deciso di non prendere nel corso dei dieci anni precedenti”. Ma aggiunge “questo non ha cancellato le divisioni che ci sono tra i Paesi europei perchè noi non siamo purtroppo uno Stato federale. Noi siamo una costruzione in cui convivono le nazioni gli Stati e un progetto comune. Il Progetto Comune ha dimostrato di essere più forte delle divisioni tra i vari stati ma quelle divisioni ci sono ancora. Quindi io sono fiducioso ma dev’essere una fiducia battagliera”.
“Se non vinciamo questa sfida, certamente almeno per una generazione, l’Europa sarà in grandissime difficoltà. Ma io penso che la vinceremo”, ha concluso.
(ITALPRESS).
Coronavirus, Gentiloni “Serve una gestione Ue con standard comuni”
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