Pensioni giovani 2018

pensioni giovani 2018

Le pensioni giovani 2018, sono previste nel pacchetto pensioni della nuova legge di bilancio. Vediamo in quest’articolo, come sarà possibile andare in pensione con vent’anni di contributi e le nuove proposte dalla manovra del governo.

Tra i tipi di pensione in Italia spunta quella per i giovani. Per agevolare coloro che hanno meno di quarant’anni di contributi, e che rischiano di andare in pensione con il sistema retributivo puro; il ministro del lavoro, Poletti, ha inserito nella nuova legge di bilancio 2018 una proposta per le pensioni giovani.

Le pensioni giovani, prevederanno un assegno minimo garantito a partire da 650 euro, importo calcolato tramite il sistema contributivo. In questo modo si potrà dare accesso alla pensione a diverse tipologie di lavoratori, come coloro che hanno svolto lavori:

  • precari
  • atipici
  • discontinui

In questo modo, la pensione giovani 2018, garantisce anche a coloro che non hanno raggiunto i 70 anni di età, di accedere anticipatamente a tale prestazione economica.

Pensioni giovani 2018 assegno minimo: a quanto ammonta?

Con la nuova legge di bilancio 2018, ci saranno diverse novità che interesseranno il mondo delle pensioni. Al momento, non vi sono abbastanza tutele nei confronti di coloro che non hanno mai avuto accesso a un posto di lavoro fisso, con contratto a tempo indeterminato.

Se la proposta andrà in porto, invece, i lavoratori potranno scegliere di andare in pensione anticipata, senza attendere la soglia dei settant’anni, prevista per chi non ha raggiunto i 40 anni di contributi.

Un altro vantaggio di questa legge sarà quello di garantire un assegno pensionistico minimo, per tutti coloro che hanno versato almeno vent’anni di contributi. La nuova pensione giovani 2018, però, sarà accessibile, solo a coloro che andranno in pensione dal 2030 in poi.

L’assegno minimo garantito serve, infatti, ad appianare le differenze sostanziali, che vi sono tra coloro che hanno iniziato a lavorare prima del 1996, e chi invece è entrato nel mondo del lavoro solo dopo questa data.

Il calcolo contributivo, infatti, permette di avere una pensione più alta rispetto all’importo che deriva da un calcolo meramente retributivo. Questo divario, si nota principalmente per tutti coloro che non hanno vissuto con continuità i loro rapporti lavorativi.

Quindi a partire dal 2030 in poi, la pensione giovani, vedrà un minimo mensile di 650 euro al mese, per tutti coloro che hanno versato 20 anni di contributi. Questo nuovo provvedimento, sarà un vincolo di protezione, per tutti i giovani che sono entrati di recente nel mondo del lavoro. Senza la riforma per le pensioni giovani 2018, si rischia altrimenti di ottenere una pensione minima, davvero troppo esigua e non accettabile, considerando gli standard di vita futuri.

Pensioni giovani 2018: come funziona?

Al momento, tutti coloro che andranno in pensione nei prossimi anni, senza aver maturato i contributi necessari, percepiranno un trattamento economico pari a un minimo di 448 euro (per l’assegno sociale), sino a un massimo di 500 euro.
Inoltre, sarebberò obbligati ad attendere l’età pensionabile, quindi potrebberò ottenere la pensione, solo al compimento dei 66 anni, e solo se hanno maturato 20 anni di contributi.
Le pensioni giovani 2018 invece garantiscono, a chi è penalizzato da un sistema interamente retributivo, un minimo pensionabile. A patto sempre, che si sia riusciti a ottenere almeno 20 anni di contributi.
Per tutti coloro che andranno in pensione dopo il 2030, ci sarà dunque la possibilità di maturare un trattamento economico più alto dell’assegno sociale.

In questo modo, con 20 anni di contributi, si potrà accedere a un trattamento pensionistico che và dai 650 ai 680 euro mensili e che potrà essere cumulato con l’assegno sociale. Quindi, a questa cifra va aggiunta, la possibilità di ottenere altri 224 euro, grazie alle maggiorazioni sociali e alla cumulabilità con altri assegni a sostegno del reddito.

Assegno pensioni giovani 2018: a chi spetta

Le pensioni giovani 2018, vedranno una specifica regolamentazione. Non tutti potranno accedere a questo trattamento, solo coloro in possesso dei requisiti, determinati dal pacchetto pensioni nella nuova legge di bilancio.

L’assegno minimo per la pensione, spetterà a:

  • coloro che hanno versato i contributi dal 1 gennaio 1996, in poi
  • giovani con pochi contributi a causa di lavori atipici e precari
  • coloro che hanno maturato almeno 20 anni di contributi

Tutti quelli che rientrano in queste definizioni, dopo il 2030 potranno richiedere un assegno pensionistico che varierà dai 650 ai 680 euro.

Altre riforme per le pensioni giovani 2018

Con la nuova legge di Bilancio 2018, oltre a poter beneficiare dopo il 2030 della pensione giovani, sarà possibile anche ottenere altri vantaggi, in materia di pensioni anticipate.

Per coloro che rientrano nell’Ape, sarà ancora possibile andare in pensione dai 63 anni in sù. Quest’anticipo, però, vale solo per alcune categorie di lavoratori. Inoltre, chi sceglie di andare in pensione anticipata con l’Ape, deve aver raggiunto minimo i trent’anni di contributi. Oltre che essere disposto a ripagare nel tempo il prestito per l’anticipo pensionistico.

Oltre all’Ape, che secondo la nuova legge di Bilancio 2018, sarà più flessibile e accessibile a un maggior numero di lavoratori, vi sono nuove misure previdenziali.

La manovra ha previsto, il rafforzamento del reddito d’inclusione, realizzato per contrastare la povertà e permettere un sostegno a coloro che non possono accedere alla pensione. Anche le donne con figli potranno essere agevolate, da una forma di pensione anticipata.

Queste infatti avranno uno sconto, solo sul piano contributivo, di sei mesi per ogni figlio, sino ad un massimo di due anni. Con questa proposta, le donne, che rientrano nelle categorie preposte dalla legge, potranno accedere all’Ape con soli 28 anni di contributi.

Infine, una delle proposte fatte dai sindacati, non accolta dalla nuova legge di Bilancio è il blocco sull’età pensionabile. Il Presidente del Consiglio, Gentiloni, ha affermato che: “Si rispetterà la legge”. Quindi nel 2019 ci sarà nuovamento l’adeguamento, mensile o annuale, sull’età minima per ottenere la pensione di vecchiaia o quella contributiva.

Anche per le pensioni giovani, potrebbero essere introdotti nel 2019, dei nuovi paletti in merito all’età d’accesso a questa prestazione ideata per coloro che vogliono andare in pensione con vent’anni di contributi.