Andrea Pirlo, nella notte di San Lorenzo, guarderà le stelle cadenti ed esprimerà un desiderio: vincere la Champions. Le sue speranze (e quelle di tutti gli juventini) avranno un seguito immediato? E’ la missione, forse prematura, che la Juve gli ha affidato per far dimenticare i vari Conte, Allegri e il licenziato Sarri, che hanno fallito in campo internazionale. Il brusco passaggio al debuttante Pirlo, gran giocatore (il “maestro”) ma all’esordio come allenatore, è stato un colpo di scena che solo pochi avevano immaginato per la panchina bianconera. La rifondazione (con nove scudetti in bacheca…) della Juve, forse proprio perchè comincerà da un tecnico alle prime armi, sarà affidata ai giovani: alcuni già arrivati (Kulusevski, Arthur, Romero ecc.), altri da acquistare. La vecchia guardia probabilmente verrà in parte smontata. Che succederà ai suoi vecchi compagni Buffon, Bonucci e Chiellini?
Quando Andrea Pirlo era stato presentato per la guida dell’Under 23, tutti avevano capito che sarebbe stato l’uomo del futuro per la Juve, ma la svolta traumatica del dopo-Lione non era prevedibile. Ora ci si chiede se Pirlo verrà aiutato da qualcuno (qualche ex compagno o da personaggi più esperti), oppure verrà lasciato ad attuare da solo alla “rivoluzione”. Sentiremo. Avevamo usato aggettivi speranzosi per le squadre italiane: a volte le aspettative vanno oltre le obiettive possibilità delle nostre squadre, più forti sui media (cioè a parole e nei titoli) che in campo. Siamo andati a vedere sugli almanacchi da quanto tempo il nostro calcio non vince in Europa. Ecco il risultato della ricerca: in Champions dal 2010 (l’Inter del Triplete guidata da Mourinho con Etòo, Cambiasso, Zanetti, ecc.), cioè dieci anni; in Europa League (prima Coppa Uefa) dal 1999 (il Parma di Malesani con Buffon, Crespo, Chiesa…), cioè 21 stagioni; in Supercoppa europea dal 2007 (il Milan di Ancelotti con Maldini, Gattuso, Pirlo, Inzaghi); in Coppa Intercontinentale dal 2007 (sempre il Milan: 4-2 al Boca Juniors a Yokohama). Basta leggere i nomi di quei giocatori per rendersi conto degli assi che circolavano sui nostri campi.
In sostanza, il nostro calcio non conquista nulla nell’arengo internazionale più o meno da quando è cominciato il dominio della Juve sul fronte interno (nove scudetti di seguito). Il sospetto è più che fondato: la squadra bianconera ha imposto il proprio predominio nel nostro campionato e gli altri si sono…dimessi. Se i bianconeri avessero vinto qualcosa al di là di Chiasso, classico punto di confine per dotte citazioni, avremmo detto: il calcio italiano “è” solo la Juve in campo nazionale e internazionale. Ma la Vecchia Signora non vince la massima manifestazione europea dal 1996 (Lippi al timone; Del Piero, Vialli e Conte in campo). Intendiamoci: non è una colpa della Juve, quella di dominare la scena: semmai è demerito degli altri. Quindi c’è da meditare su quello che è l’attuale organizzazione dei nostri club, molto spesso carichi di debiti e incapaci di vincere, e chiedersi: perchè all’estero (in Spagna, Inghilterra, nella stessa Germania) sono più ricchi e vincenti? Dopo la vittoria dell’Inter di Mourinho, in nove anni di Champions, la Spagna ha conquistato sei trofei con Real Madrid (quattro) e Barcellona (due); l’Inghilterra due (Chelsea e Liverpool), la Germania uno (Bayern Monaco).
Forse in Italia non ci sono soldi a sufficienza o non abbiamo dirigenti capaci, allenatori abili in campo internazionale e club organizzati? Un pò di tutto.
Per un periodo non erano arrivati grandi campioni, ora abbiamo i Ronaldo, i Lukaku, i Gomez, gli Dzeko, gli stessi Immobile e Ibrahimovic, ma non vinciamo lo stesso. La “foto” di oggi è questa: tre su quattro squadre italiane sono state buttate fuori carreggiata nel primo assaggio delle Coppe dell’era Covid. E’ sopravvissuta solo l’Inter che dovrà vedersela col Bayer Leverkusen, nei quarti. Aspetteremo poi con ansia anche il risultato dell’Atalanta. La magna Juve, per l’ennesima volta, ha fornito una delusione ai propri tifosi e Sarri ha pagato. La Roma non ha nemmeno giocato, contro il Siviglia: non un bel modo di presentarsi al nuovo padrone. Per il Napoli, contro il Barcellona di Messi c’è stato poco da fare, ma questo era dato quasi per scontato, anche se Gattuso ha parlato di rimpianti.
Adesso si può sperare che vadano avanti l’Inter contro il Bayer Leverkusen e l’Atalanta che dovrà affrontare il Psg (Verratti infortunato, Mbappè forse in panchina). Gasperini sarà senza il portiere Gollini, oltre che privo di Ilicic. Per adesso viviamo solo di speranze, mentre imperversano i retroscena, nostra specialità nazionale. Nel calcio a volte le situazioni cambiano in fretta. E’ successo per la squadra azzurra, che con Mancini ha ripreso a vincere a raffica. Forse Pirlo farà il miracolo “generazionale” per la Juve e gli altri si sveglieranno dal loro torpore. Forse.
(ITALPRESS)
LA “DITTATURA” JUVE HA INTORPIDITO I NOSTRI CLUB
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