Congedo di maternità: tutte le informazioni aggiornate. Come fare richiesta e come comunicare la gravidanza al datore di lavoro. Quanto spetta e retribuzione.
Come funziona il congedo di maternità e cosa deve sapere una lavoratrice partoriente. Cosa spetta alla lavoratrice nel momento in cui rimane incinta. Quanti mesi spettano prima o dopo la nascita del bambino? Scopriamo tutte le nuove regole in vigore dal 2018.
Il congedo di maternità è un’agevolazione che prevede per tutte le donne che rimangono incinte, un periodo di astensione dal lavoro. L’astensione dal lavoro è obbligatoria e prevede che questa possa assentarsi prima e dopo la nascita del bambino. In alcuni casi, se la madre non può beneficiare del congedo (ad esempio se non lavora) allora questo periodo di astensione dal lavoro spetterà al padre. Il congedo di maternità o paternità non è obbligatorio solo in caso di gravidanza e nascita biologica del bambino, questa può essere richiesta anche per l’adozione o l’affido.
Quando si può chiedere il congedo maternità? Quanti mesi spettano?
Nel caso in cui, le donne che richiedono l’astensione dal lavoro abbiano una gravidanza normale e senza complicanze la durata del congedo è pari a 5 mesi. Questi possono essere fruiti in varie modalità:
- 2 mesi prima della data presunta del parto e 3 mesi successivi al parto
- 1 mese prima del parto e quattro successivi alla nascita del bambino. Se si sceglie questa formula, la lavoratrice deve ottenere un certificato medico che attesti la sua salute, e che confermi che sia in grado di lavorare anche all’ottavo mese di gravidanza.
Casi particolari: come aumentare il congedo parentale
Sussistono dei casi particolari, i quali prevedono che la madre possa richiedere più giorni o comunque ottenere il congedo di maternità anche dopo diversi mesi dalla nascita del bambino. I casi in cui si possono ottenere maggiori agevolazioni, sono:
1-Ricovero del bambino: quando il neonato per motivi di salute particolari, deve necessariamente passare dei mesi in ospedale o in una clinica privata. In questo caso, la madre può richiedere una sospensione del congedo di maternità sino alla data di dimissione del bambino. Quindi, può poi richiedere di ottenere i 3 o 4 mesi, di congedo successivamente al ritorno a casa del neonato.
2-Problemi di salute della madre: quando la futura mamma, ha problemi di salute particolari e rischia il distacco della placenta, o la salute del bambino è compromessa. Allora questa può ottenere un congedo parentale molto più lungo, in base a quando si presenta la malattia.
3-Parto prematuro: quando si partorisce con diversi mesi d’anticipo, la madre può comunque ottenere successivamente al parto, i 5 mesi che gli spettano per il congedo di maternità.
Per tutte le informazioni: maternità anticipata
Congedo maternità: a chi spetta?
Il congedo maternità, non spetta a tutte le donne, e nel caso in cui queste non possano fregiarsene, il diritto di congedo può essere usufruito dal padre.
Il congedo di maternità spetta a:
- Le lavoratrici dipendenti, assicurate per la maternità
- Impiegate, operaie, apprendiste e dirigenti
- lavoratrici agricole a tempo indeterminato, o determinato
- donne che percepiscono l’assegno di disoccupazione
- lavoratrici domestiche e familiari
- Donne che lavorano presso APU e LSU
- Libere professioniste iscritte alla Gestione separata INPS: queste per ottenerla devono versare l’aliquota maggiorata, prevista dalla legge al fine del finanziamento delle prestazioni economiche per la maternità.
- Dipendenti delle amministrazioni pubbliche e private a tempo indeterminato, o con contratto a tempo determinato in corso.
Congedo maternità: quanto spetta?
Il congedo di maternità spetta a tutte le lavoratrici o lavoratori, che rientrano nelle categorie che abbiamo sopracitato. In questo caso, le donne possono ricevere sino all’80% della retribuzione media globale giornaliera. L’80% è calcolato sulla basa dell’ultima busta paga, prima dell’inizio del congedo di maternità.
Per coloro che invece sono iscritte alla gestione separata, se il reddito deriva da l’attività libero professionale, continuativa parasubordinata o da una collaborazione coordinata, questa è pari all’80% del reddito annuale. Il reddito annuale viene così suddiviso per 365, e poi moltiplicato per 22 giorni lavorativi per ottenere la retribuzione mensile.
Per tutte le info: congedo di maternità, quanto spetta
Congedo maternità: chi la deve pagare?
Il congedo maternità, dev’essere anticipata dal datore di lavoro nel momento in cui queste possiedo un regolare contratto a tempo determinato o indeterminato. Il datore di lavoro, corrisponderà l’importo previsto nella busta paga mensile, della lavoratrice.
Il congedo parentale, invece, viene pagato direttamente dall’Inps, con accredito sul conto corrente, postale o bancario, oppure con assegno al destinatario. Coloro che possono prendere il congedo direttamente dall’Inps, sono:
- le lavoratrici stagionali
- operaie agricole a tempo determinato o stagionali
- lavoratrici dello spettacolo, con contratti saltuari
- addette ai servizi familiari e domestici
- donne in stato di disoccupazione
- libere professioniste, iscritte alla Gestione Separata Inps.
Cosa succede in caso d’interruzione della gravidanza o morte prematura?
Nel caso in cui, si interrompa la gravidanza dopo 180 giorni, dall’inizio della gestazione o nel caso di decesso del bambino durante la gestazione, il periodo di congedo, o alla nascita, la lavoratrice, può asternersi dal lavoro, per l’intero periodo previsto dal congedo maternità. In questo caso, la lavoratrice, può rinunciare alla facoltà di fruire dei mesi di congendo, e può tornare a lavorare.
Congedo maternità: come fare la domanda
La domanda di maternità dev’essere effettuata dalla lavoratrice o dal lavoratore, compilando l’apposito modulo e presentando i relativi certificati medici, che attestano la gravidanza. Nel caso in cui, si debba andare in congedo anticipato, è necessario che si presenti la domanda all’Inps, per l’aumento della prestazione. La domanda nel caso di lavoratrici dipendenti statali o private, dev’essere fatta al datore di lavoro, che poi s’interesserà di trasmettere tutta la documentazione all’Inps. Tutte le altre categorie di lavoratrici, devono invece richiedere la maternità direttamente all’Inps, la domanda può essere fatta per via telematica, o recandosi presso CAF e Patronati.
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