Malagò “Milano-Cortina successo di un’Italia vincente”

E’ il numero 1 dello sport italiano, conosce il sapore della vittoria, ma ci sono alcuni trionfi che restano gustosissimi anche a distanza di tempo. Per Giovanni Malagò il successo ottenuto il 24 giugno del 2019, esattamente un anno fa, è uno di quelli. Olimpiadi invernali del 2026 a Milano-Cortina, una festa tricolore in quel momento, una responsabilità, un onere e un onore dal giorno successivo. Tornare ai momenti di quel giorno, però, regala ancora sensazioni importanti. “Al palazzo del Coni, prima del Salone d’Onore c’è un grande video che proietta le cose più importanti dello sport italiano e continuano ad andare in onda le immagini di Milano-Cortina…Le vedo ogni giorno, ma non finisco mai di emozionarmi, quelle grida, quelle esultanze da stadio che sono continuate con inni e canzoni fanno trasparire una grande verità: abbiamo vinto noi, ma se solo 7 voti fossero andati da un’altra parte il risultato finale sarebbe stato diverso. C’era molta incertezza e quando Bach va ad abbracciare i nostri rivali si vede la loro grande delusione – ricorda il numero 1 dello sport italiano in collegamento con Sky Sport 24 -. La Svezia era convinta di vincere, era l’ottava volta che si candidava per le Olimpiadi invernali e hanno perso, nonostante sia il Paese più assimilabile al ghiaccio e alle neve”.
“La verità – continua fiero Malagò – è che noi abbiamo costruito un dossier strepitoso che ha fatto storia nella recente letteratura delle candidature olimpiche, abbiamo avuto il coraggio, forse l’incoscienza, di presentare una candidatura con due città, due regioni, è stato uno spartiacque tra prima di Milano-Cortina e tutto quello che verrà dopo”. Quel giorno fu decisiva la prestazione sul palco dell’inedita coppia Goggia-Moioli, due grandi dello sport azzurro che si confermarono tali anche se lontane dai rispettivi campi di gara. “Le prove della mattina non erano andate bene, non ero convinto, abbiamo ribaltato tutta la scaletta della presentazione mandando i dirigenti all’inizio e le ragazze nel finale, sono state spettacolari, mi hanno chiesto di fidarsi di loro, anticipandomi solo che avrebbero fatto uno sketch provato in bagno. Se Sofia non gareggia nel 2026 la vado a prendere in braccio a Bergamo e la porto a Cortina, sento lei e Michela quasi tutti i giorni, c’è un rapporto fantastico, loro sono state il migliore spot di un’Italia vincente che ha messo d’accordo tutti: partiti, istituzioni, federazioni, atleti, tecnici, c’è un sondaggio di un’importante società che dice che per oltre il 10% degli italiani, l’assegnazione di Milano-Cortina è la notizia più bella degli ultimi 20 anni e, dopo tutto quello che è successo, ci porta a qualcosa di positivo che ci dà energie in un momento in cui ne abbiamo davvero tanto bisogno”.
L’assegnazione è solo il primo passo di una lunga avventura e di un lavoro importante da portare avanti, ma le premesse per far bene ci sono tutte. “La legge Olimpica è arrivata, la tempistica conta poco, quel che conta è che è un’ottima legge, siamo soddisfatti e anche il Cio è molto contento, è una legge che va nella giusta direzione. Per conto del comitato organizzatore che ho l’onore di presiedere – dice Malagò -, posso dire che la macchina sta andando avanti, ci sentiamo quotidianamente con l’ad Novari che lavora 24 ore al giorno, in questo momento lui, la Bianchedi e tutto il gruppo, sono a Livigno e a Bormio per i sopralluoghi, siamo molto sul pezzo, anche la questione marketing è stata brillantemente risolta, visto che essendo slittata Tokyo a cascata tutti i diritti e le licenze sui 5 cerchi devono essere riposizionati. Sono un ottimista di natura e non vedo particolari criticità”. Intanto il comune di Milano, Milan e Inter, lavorano sul nuovo stadio, argomento che interessa direttamente le Olimpiadi del 2026 visto che la cerimonia inaugurale è fissata proprio al Meazza. “Nel nostro dossier la cerimonia inaugurale è a San Siro, ma io ho sempre sostenuto la tesi, accettata e avallata dal Cio, va benissimo sia l’impianto vecchio che eventualmente quello nuovo”.
“Sono molto contento – ha proseguito Malagò – che si sia trovato un equilibrio sulle cubature e sui progetti, si conserva per certi versi la parte romantica del vecchio stadio e si crea il presupposto di un impianto più in linea con le esigenze che oggi hanno le società di calcio e non solo”. In questo momento si parla tanto di infrastrutture e semplificazioni, un argomento che interessa molto anche lo sport italiano visto che i limiti da questo punto di vista non mancano. “Si parte da un concetto sbagliato, semplificare non vuol dire avere dei privilegi, o bypassare norme e leggi – sottolinea Malagò -. Nel mondo dello sport, nessuno si offenda, non possono esserci determinati tempi, se c’è un impianto che deve essere pronto non si possono aspettare 7 anni per chiudere un progetto peraltro sulla carta già approvato”. Malagò chiude emozionandosi ancora, questa volta non per Milano-Cortina ma per un campione, Alex Zanardi, che sta lottando per la vita. “Voglio mandare un abbraccio forte ad Alex, è il simbolo di tutto lo sport e non solo di quello italiano. Ho letto il messaggio che ha scritto il Papa per lui sulla Gazzetta dello Sport, è stato commovente, pazzesco, eccezionale”.
(ITALPRESS).

Vuoi pubblicare i contenuti di Italpress.com sul tuo sito web o vuoi promuovere la tua attività sul nostro sito e su quelli delle testate nostre partner? Contattaci all'indirizzo [email protected]