IL NUOVO CALCIO DOVRA’ ROTTAMARE I VIOLENTI

Fateci caso, nei discorsi quotidiani, una volta che ci siamo sentiti salvi e liberi, naturalmente senza aver pagato pegno, senza tragedie, solo una lunga prigionia casalinga, ricorre il concetto “non tutto il male viene per nuocere”. Paradosso che si coglie anche sui social e le dirette radio con ascoltatori sopravvissuti. Tipo: “Ho finalmente ritrovato la famiglia”, “Il mio bambino sa finalmente chi sono”, “L’amore è sopravvissuto alla quarantena, nessuno potrà separarci”. Poi ci sono anche i prosaici che vantano una nuova cultura culinaria e i maschilisti che hanno apprezzato gli spaventati silenzi della moglie. Non tutto il male è venuto per nuocere neanche nel calcio che ieri ha detto l’ultima parola dopo la crisi: si torna a giocare con le regole, rifiutando aggiustamenti antisportivi. Chi vince va avanti, chi perde va indietro (e nel frattempo bentornati al Vicenza, alla Reggina e al Monza, quest’ultimo berlusconianamente inteso a conquistare anche la Serie A e forse il Mondo). Ma soprattutto si ritrova una meritevole unità d’intenti contro i violenti da stadio e i cosiddetti ultrà che nelle ultime ore hanno esibito la loro natura criminale a Roma e a Milano, acquisendo la massima visibilità dopo aver convinto addirittura un ministro – con falsi comunicati pieni di falso orgoglio – del loro diritto ad aver posto negli stadi aperti, rifiutando un calcio emergenziale a porte chiuse.
Vediamoli, dunque, questi…alleati:”Sabato a Roma, lanci di sassi, petardi e bottiglie, zona Circo Massimo blindata. Il motto del raduno era ‘Dalle curve alle piazzè. A conclusione della manifestazione sono state arrestate 2 persone e 15 i fermati dai poliziotti della Digos. Alcuni agenti risultano feriti”. Milano, domenica: “Dagli scontri tra tifosi alle risse nella movida: è questo il curriculum turbolento di Alessandro Caravita, figlio d’arte, per quanto riguarda il tifo calcistico, di uno dei più noti esponenti degli ultras italiani, storico tifoso dell’Inter. Il giovane è stato arrestato dai carabinieri perchè ritenuto il presunto aggressore di un 24enne accoltellato nella notte tra il 5 e il 6 giugno, durante una rissa in piano centro”.
Voglio anche ricordare – per chi l’avesse dimenticato, che la Coppa Italia che tornerà venerdì e porta il nome del Presidente della Repubblica, è stata brutalmente ferita da un omicidio: l’ultrà romanista Daniele De Santis detto Gastone il 3 maggio del 2014 – in occasione della finale di coppa Italia tra Napoli e Fiorentina – sparò al sostenitore del Napoli Ciro Esposito, che morì dopo 50 giorni di coma. Poco tempo fa si è visto nelle strade di Roma uno striscione choc dei tifosi giallorossi con dedica e auguri a Daniele De Santis, e soprattutto di solidarietà perchè il “popolare” Gastone è stato condannato a 16 anni di carcere, sentenza di Cassazione. Eccolo: “Daniè, la Roma ultras è con te!”.
Il Nuovo Calcio che sta nascendo dovrà rottamare questi gruppuscoli di violenti subìti se non mantenuti dai club. Il ministro Spadafora ha cambiato idea: “Alla riapertura il tifo violento non avrà alcuno spazio. Devastare città, aggredire giornalisti e forze dell’ordine, lanciare insulti e minacce antisemite è quanto di più lontano possa esserci dai valori dello sport e dalla passione calcistica”. Ohibò.

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