ROMA (ITALPRESS) – Rilanciare il mare, a partire dalla sua difesa valorizzazione e puntando sulla Blue Economy. Ne hanno parlato gli esperti del settore nel corso dell’evento web “L’Italia riparte dalla Blue economy: trasporto marittimo, cantieri navali e difesa del mare”, promosso dalla Fondazione UniVerde e dall’Agenzia di Stampa Italpress in collaborazione con Marevivo Onlus, Teleambiente e SOS Terra Onlus, e con il supporto di Marnavi e IdroAmbiente.
“In questi anni è maturata ancora di più la convinzione che il mare debba essere un elemento centrale per la nostra vita e oggi potrebbe essere il momento per rilanciarlo, puntando sulle infrastrutture importanti, a partire dalla cantieristica”, ha detto Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione UniVerde, nel corso del dibattito moderato dal direttore responsabile dell’Italpress, Gaspare Borsellino.
Anche la cantieristica sconta la delocalizzazione, come ha spiegato Domenico Ievoli, presidente di Marnavi: “La flotta armatoriale italiana fattura 15 miliardi l’anno, ed è costituita da 1500 navi, attualmente noi stiamo costruendo in Cina, con grosse difficoltà, spostiamo grandi capitali dall’Italia verso la Cina, questo comporta un dispiacere come italiano e una perdita di manodopera”.
Per Carla Ruocco, presidente della commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, quello che manca è una pianificazione della finanza rispetto agli obiettivi: “C’è in Italia una carenza di un piano industriale che possa far confluire la finanza rispetto a un obiettivo, per esempio la valorizzazione del settore marittimo. Dove si orienta la finanza in assenza di un piano industriale? Penso che il governo stia mettendo in campo tante risorse ma la carenza che il paese ha rispetto ad una pianificazione non risale ad ora, è atavica”. Serve una maggiore attenzione nei confronti dei nostri mari, ne è convinto Tullio Berlenghi, capo della segreteria tecnica del ministero dell’Ambiente. “Il mare è una risorsa preziosissima dell’Italia e dell’Unione Europea, le risorse non vanno sprecate, le aree marine protette sono luoghi da preservare dal punto di vista ambientale, non sono dei musei, ma c’è molto turismo e sono consentite tutte une serie di attività che le rendono ricche e interessanti, anzichè sfruttare le nostre risorse le dobbiamo valorizzare”, ha aggiunto Berlenghi.
Pecoraro Scanio ha sollevato, nel corso del dibattito, anche il tema dei dissalatori, caro all’associazione MareVivo. “Da tempo stiamo sostenendo una battaglia perchè finalmente anche la normativa italiana sul’impatto ambientale venga aggiornata. Spesso i dissalatori sono visti dai territori come incubi, gli studi hanno messo in campo necessità di avere una regolamentazione sullo scarico in mare, si deve tutelare il mare e la sicurezza dei cittadini”, ha detto Antonio Cavallo, componente del comitato giuridico di Marevivo.
(ITALPRESS).
Il rilancio del Paese passa anche dalla “Blue Economy”
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