ROMA (ITALPRESS) – Grazie alla loro attività di impollinazione, le api assicurano i 3/4 dei prodotti agricoli che arrivano sulle nostre tavole, mentre 20 mila specie contribuiscono all’impollinazione del 90% della flora selvatica. Tuttavia, questi preziosi insetti da decenni, ormai devono far fronte a numerosi fattori di rischio, naturali e antropici. Per tali ragioni, il Crea, con il suo centro di ricerca agricoltura e ambiente, erede dell’Istituto Nazionale di Apicoltura nato negli anni ’30, si occupa da anni di monitorare lo stato di salute delle nostre sentinelle ambientali. I ricercatori del Crea studiano da un lato come difenderle dai nuovi pericoli (patologie e parassiti), dall’altro, invece, come tutelarle e valorizzarle. Nel primo caso sono stati messi a punto sistemi di controllo o di biocontrollo, specialmente dell’acaro Varroa destructor, del fungo unicellulare Nosema ceranae, del coleottero Aethina tumida e del calabrone asiatico Vespa velutina. Nel secondo, si punta alla conservazione ed al miglioramento genetico delle api italiane, in particolare di due specie: Apis mellifera ligustica e Apis mellifera siciliana, rispettivamente un patrimonio naturale dall’elevato valore economico e un importante elemento di biodiversità. Inoltre, il CREA da tempo sta studiando l’uso delle api nel monitoraggio dell’ambiente, del suo inquinamento (presenza di pesticidi, metalli pesanti) e della sua qualità (valutazione della biodiversità vegetale, grazie all’identificazione delle piante più utili al loro sostentamento). Le api, infatti, oltre al nettare, raccolgono anche polline, acqua, resina, e percorrono normalmente più di un chilometro per farlo. Quindi, le api di un alveare possono “bottinare” in un’area di circa 7 km quadrati, e sul loro corpo ricoperto di peli possono trattenere particelle di vario genere. Per questo, in alcuni progetti, le api sono utilizzate come bio-indicatori, in grado di fornire una misura del livello di contaminazione di un agro-ecosistema da pesticidi, metalli pesanti o altre sostanze. “La nostra ricerca ambisce a salvaguardare le api e la loro biodiversità – spiega Marcello Donatelli, direttore del Crea Agricoltura e Ambiente – ed a tal fine è fondamentale guardare al futuro, puntando sulle tecnologie innovative a supporto della certificazione dei prodotti, del miglioramento genetico e sullo sviluppo del digitale”.
(ITALPRESS).
L’impegno della ricerca Crea a tutela delle api
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