Si può fare. Per ora, Calcio batte Coronavirus: vedremo che succederà dopo i test. E’ ripartita così la Bundesliga e noi tutti appassionati di calcio in astinenza da oltre due mesi non potevamo glissare. Il “sì” di Angela Merkel è stato da esempio per gli altri, pavidi attendisti di tutto il mondo. Così tutti noi calciofili dalle Alpi alle Piramidi, ci siamo messi davanti al televisori: abbiamo spasimato per Borussia Dortmund-Schalke 04 e tutte le altre partite della Bundesliga. Del resto, con i cinema e teatri chiusi, è stato il primo spettacolo fruibile. Il primo, senza canovaccio. Un pò di ruggine degli attaccanti, all’inizio, un pizzico d’invidia (e di preoccupazione) per il calcio tedesco, nel sentimento comune. E abbiamo appreso, oltre alle pallonate, che i club più importanti del calcio teutonico hanno stanziato 20 milioni di euro per aiutare i club in difficoltà economiche e rimettere in piedi il baraccone. La cooperativa del pallone ha bisogno di stampare soldi anche in Germania. Erano in programma sei partite e, seguendo la tv, è sembrato di assistere, col passare dei minuti, alla resurrezione del calcio. Intendiamoci: avevamo assistito a parecchie partite senza pubblico e ci rendiamo conto che qualcuno doveva pur cominciare in qualche modo. Troppi interessi in ballo. Ma che le prime partite della ripresa (sei) si siano giocate a tribune vuote (ammesse solo 322 persone a partita, compresi gli operatori della tv) e, da qualche parte, con i cartonati dei tifosi (pochi: 20 euro l’uno versati per beneficenza) hanno fatto sembrare le gare delle pièces teatrali, dove tutti recitavano una parte, come gli attori o forse le marionette. Si fa strada l’idea di giocare sempre senza tifosi maleducati. Lo spettacolo comunque non ha deluso in generale. Il Dusseldorf ha preso solo pali, il Lipsia l’ha scampata bella. La Bundesliga perderà teoricamente 750 milioni di euro, ha detto la federazione, ma per i vantaggi d’immagine e l’orgoglio di aver dato i primi calci al pallone, è valsa la pena, considerato che le tv detentrici dei diritti hanno scucito senza batter ciglio i 300 milioni di euro dell’ultima rata annuale. Sono stati appesi gli striscioni, da parte degli addetti e ci è stato risparmiato lo strazio del tifo “finto”, diffuso nello stadio dagli altoparlanti, come capita in Giappone. Il primo gol dopo la sosta è stato di Haaland del Borussia Dortmund (che ha strapazzato lo Schalke), un bel gol. Poi ci ha messo lo zampino pure l’italiano Vincenzo Grifo il cui angolo è stato deviato da Gulde: i gol sono in seguito fioccati. I giocatori sono disciplinatamente andati a fare a doccia, a fine gara, a casa o in albergo. Il pallone doveva essere sanificato di tanto in tanto, ma noi non ce ne siamo accorti. Ai margini del campo, quattro raccattapalle (minimo 16 anni) con mascherina, riserve sulle tribune, a distanza, dietro le panchine. Non abbiamo visto molti allenatori col bavaglio. A proposito di tecnici: quello dell’Augsburg, Heiko Herrlich, che era stato assunto appena il 10 marzo scorso e avrebbe dovuto esordire in panchina contro il Wolfsburg, è stato beccato con le mani nella marmellata. Così non ha potuto guidare la squadra bavarese (1-2 contro il Wolfsburg) che si è ripromesso di salvare dalla retrocessione: era andato a comprare un dentifricio e una crema per le mani, lo sciagurato, lasciando l’albergo del ritiro e infrangendo una delle drastiche regole “inflitte” dalla Bundesliga a tutte le squadre. Denti e mani pulite, ma fedina “sporca”: si farà la sua bella quarantena, due tamponi e poi si vedrà. Si è giocato con la possibilità di cinque sostituzioni. Nessuno ha esagerato. Quanto ai test: le società pagheranno di tasca loro i 20.000 tamponi (due la settimana per ciascun componente del club) previsti sino a fine stagione. Altro che servizio sanitario nazionale ! Ma quello che ha impressionato gli osservatori (televisivi, come noi) la disciplina di questo calcio tedesco da Coronavirus: niente abbracci, niente strette di mano, i gol sono stati festeggiati con un colpo di gomito. Distanziamento fisico per quanto possibile, salvo che nelle azioni di gioco. Per fortuna neppure sputi, portatori di virus. I giocatori tedeschi ci sono apparsi educatissimi. E’ mancato quindi il “sangue”, per ragioni sanitarie, e chissà se ci saranno gli insulti nelle trasmissioni, come da noi. Un tecnico tv è stato stordito da una pallonata, ma non vale perchè non giocava. Arbitri dai cento occhi hanno usato il VAR e sorvegliato sul rispetto delle regole. Ora aspettiamo gli esiti dei controlli sanitari. In caso di positività dei giocatori, i malati saranno sostituiti dai giovani del vivaio e si potrà arrivare, in caso di diffusione grave della malattia, alla sospensione del campionato. In gran forma i telecronisti, rianimati dai primi gol del rinascimento pallonaro.
IN GERMANIA CALCIO BATTE COVID IN ATTESA DEI TEST
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