BOLOGNA (ITALPRESS) – “I medici avranno un ruolo fondamentale nell’ulteriore passo avanti che ci prepariamo a fare nella lotta al Coronavirus, con l’aumento del numero dei test sierologici attraverso l’ampliamento dello screening regionale. Test che potranno eventualmente fare anche i privati cittadini nei laboratori autorizzati dalla Regione, ma solo se il proprio medico riterra’ vi sia la necessita’ di effettuarlo, sulla base dello stato di salute del proprio assistito e di valutazioni sanitarie che lui solo potra’ fare. Servira’ infatti la ricetta bianca, che certo non verra’ rilasciata in automatico, ne’, tantomeno, si trattera’ di un passaggio formale. Per questo, anche in queste ore stiamo definendo insieme ai medici di medicina generale le modalita’ definitive che attueremo, in un confronto utile e positivo”. Cosi’ l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, che torna sulla massiccia campagna di screening sierologico che la Regione ha gia’ avviato da alcune settimane, ora in procinto di allargarsi.
E’ stato completato il primo passaggio sui 60mila operatori sociosanitari regionali, prima Regione a farlo, cui ne seguiranno altri due a distanza di quindici giorni uno dall’altro, oltre a quelli, a campione, sulle popolazioni delle aree piu’ colpite, le province di Piacenza, Rimini e il comune di Medicina (circa 100mila complessivi), oltre alle forze dell’ordine. Nel prossimo mese, quindi, ne verranno fatti, di nuovi, oltre 200mila.
A queste categorie si aggiungono le aziende che, a spese loro, sosterranno i test per i propri dipendenti nell’ambito dei protocolli di sicurezza da rispettare per ripartire dopo la fase di lockdown.
E potranno aggiungersi i privati cittadini, dietro prescrizione medica, attraverso i laboratori autorizzati dalla Regione, al momento 25, ma che sono destinati ad aumentare gia’ nei prossimi giorni, con la copertura dell’intero territorio regionale.
“E’ bene ribadire – prosegue Donini – che in presenza di sintomi e’ il sistema sanitario regionale che si prende carico della persona con la quarantena, le cure necessarie e il tampone. Anche in questo caso, vogliamo allargare il nostro raggio d’azione: adesso ne facciamo ormai 5-6 mila al giorno, che a fine maggio porteremo a 10mila”.
“I test sierologici non sono quindi risolutivi: intanto, c’e’ bisogno del tampone per la conferma dell’eventuale positivita’; piuttosto, rappresentano quindi un ulteriore elemento di indagine epidemiologica per monitorare la diffusione del virus. Ma ripeto, sara’ il medico a valutare se farlo o meno di fronte alla richiesta del paziente”, spiega ancora l’assessore regionale.
“Il medico sara’ quindi centrale, in un percorso sui test sierologici che fin dall’inizio in Emilia-Romagna abbiamo voluto fosse strettamente regolato e controllato dal sistema sanitario pubblico, evitando il fai da te, mettendo al primo posto la sicurezza delle persone”, puntualizza Donini.
“Grazie a loro eviteremo che vi siano richieste indiscriminate. Non va mai dimenticato che si tratta di una prestazione medico-sanitaria e che come tale dovra’ svolgersi in maniera regolata e controllata. Per questo stiamo definendo con le associazioni di rappresentanza dei medici di medicina generale criteri e modalita’ per poter fare i test sierologici al cittadino che lo richieda: lo abbiamo gia’ fatto incontrandoci e lo stiamo facendo anche in queste ore, in vista delle seduta della Giunta regionale di lunedi’ prossimo nella quale approveremo il piano definitivo”, conclude l’assessore regionale.
(ITALPRESS).
Coronavirus, Regione allarga campagna screening sierologico
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