L’obiettivo della Premier League resta quello di portare a termine la stagione ma per centrarlo bisogna far giocare le 92 gare rimanenti in un massimo di 8-10 stadi e circa 40 mila test. È quanto emerso dalla riunione di ieri fra i 20 club, compatti nel voler riprendere il campionato ma consapevoli che bisognerà limitarsi a un certo numero di stadi ‘autorizzati’ sia dal punto di vista sanitario che dell’ordine pubblico. La Lega inglese, al termine della riunione, ha ribadito che la salute e la sicurezza di calciatori e staff restano le priorità e che il ritorno agli allenamenti e alle gare avverrà solo col via libera del governo e previa consultazione di medici, giocatori e tecnici. Ma per allora la Premier vuole farsi trovare pronta, per questo porta avanti il “Project Restart”. Il piano per la ripartenza prevede, fra le altre cose, test per tutti 48 ore prima del ritorno al lavoro e poi due volte a settimana, e la possibilità di rendere obbligatorio l’uso di mascherine. Ad oggi l’ipotesi di non ripartire non è presa in considerazione sebbene il completamento della stagione sia legato a una selezione di un numero ristretto di impianti: da escludere, insomma, che ciascuna delle 20 squadre possa giocare le gare casalinghe nel proprio stadio ma piuttosto si percorrerà la strada del ‘campo neutro’, tutto ovviamente a porte chiuse. Per saperne di più appuntamento a giovedì prossimo, quando il governo annuncerà i prossimi passi in termini di lockdown e contemporaneamente i club si ritroveranno in videoconferenza. Sospesa da metà marzo, la Premier spera di poter ripartire il 12 giugno.
(ITALPRESS).
La Premier League valuta una ripresa in 8-10 stadi
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