“E’ necessario far leva su bond sociali, rientro dei capitali dall’estero, valorizzazione del patrimonio pubblico, investimenti pubblici e nella green economy, impiego agevolato del Tfr in titoli pubblici esentasse. Garantire solo liquidità e sopravvivenza alle imprese non basta”. Così, in un’intervista al ‘Sole 24 ore’, l’ad di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, che espone un progetto in cinque punti e lancia l’allarme sui “livelli eccessivi di rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo”, che rischiano di “ricadere sulle prossime generazioni” quando “già oggi ogni bambino che nasce in Italia ha sulle spalle un debito consistente”.
La regola numero uno, secondo Messina, è che “i debiti vanno pagati”. La priorità è mettere in campo “tutte le iniziative possibili”. Serve, “un progetto Paese che preveda interventi a tutto campo, con cinque manovre importanti”, sottolinea Messina, secondo il quale il Governo “sta facendo quanto possibile sostenendo l’occupazione e garantendo liquidità alle aziende che ne hanno necessità. A nostra volta come Intesa Sanpaolo stiamo assicurando il massimo impegno a favore delle misure per l’erogazione della liquidità alle imprese, con garanzia pubblica. In pochi giorni le operazioni concluse e in via di completamento hanno raggiunto la cifra di 8 mila. Certo, occorre considerare che il debito pubblico elevato del nostro Paese riduce gli spazi di manovra. Non siamo come Germania o Svizzera. Sono convinto che, nell’insieme, il governo stia reagendo bene all’emergenza”.
“L’impianto complessivo dei provvedimenti c’è, sia pure migliorabile – aggiunge Messina -. In particolare, aggiungerei interventi a fondo perduto. I finanziamenti possono andare bene per superare le difficoltà del momento ma poi sono debiti, sia pure garantiti dallo Stato, che vanno restituiti. Il rischio è che gli imprenditori non vedano all’orizzonte una prospettiva di ripresa. È esattamente quanto occorre evitare. Per questo non basta tamponare le situazioni, occorre lavorare per il futuro, progettare il futuro attraverso una programmazione economica e sociale che incentivi la crescita demografica e sappia valutare le necessità del Paese”.
(ITALPRESS).