Se n’e’ andato per conto suo, beffando il Coronavirus, Giuseppe Gazzoni Frascara, presidente dell’ultimo Bologna che – prima di Mihajlovic – ha scaldato i cuori dei pretenziosi tifosi rossoblu’. L’ha sconfitto la leucemia che lo consumava da anni e quando gli dicevano di Sinisa, che aveva vinto la sua battaglia, precisava sorridendo “la mia e’ quella dei vecchi, arriva anche lei al punto, ma si da’ tempo”. E il tempo e’ scaduto. Gazzoni era anche un vecchio amico – ci siamo conosciuti nei Sessanta – e oggi entra nel mio diario non solo per amicizia ne’ per semplici ragioni calcistiche ma perche’ il calcio gli ha preso buona parte della vita: della gioia, delle ricchezze, del potere. E alla notizia mi son venuti in mente altri personaggi distrutti dall’ambizione piu’ che dalla passione pallonara, come meta’ dei presidenti del Milan, da Felicino Riva a Albino Buticchi, come Calisto Tanzi, mentre un lungo viaggio nel calcio mi ha fatto incontrare i Generosi buttatisi nel calcio per la loro gente: ad esempio un personaggio romanzesco come il Principe Raimondo Lanza di Trabia, un vero gentiluomo, come Gazzoni, presidente del Palermo, inventore – nei saloni dell’Hotel Gallia, a Milano – del calciomercato, dove in una suite imperiale versava champagne a personaggi illustri e meschini; il che gli erose pian piano il capitale, tutto, lasciandogli solo l’Onore: si getto’ da una finestra dell’Hotel Eden, a Roma, lasciando in eredita’ alla moglie, l’attrice Olga Villi, un calciatore argentino, tale Marchegiani.
Un altro presidente a dir poco sfortunato, che ho conosciuto bene e ammirato, e’ il mantovano di Quistello Andrea Zenesini, una leggenda degli anni Sessanta/Settanta, uno che tuttavia non cercava notorieta’, fu da questa distrutta. Zenesini aveva cominciato da zero ma lavorando duro aveva creato la prima vera potenza tecnico/televisiva italiana, l’Europhon, che produceva televisori per tutte le marche. Mi disse un giorno Emidio Lazzarini, l’uomo che realizzava le scarpe da calcio piu’ preziose, la “Pantofola d’Oro”:”Zenesini fa come me, le mie scarpe nei piedi dei campioni diventano Adidas…”.
Andrea fu proprietario e presidente del Mantova – il Piccolo Brasile che salto’ dalla D alla A – dal 1966 al 1976, e patron della Milano Baseball 1946 dal 1961 al 1970. Fu anche, per la sua abilita’ amministrativa, tesoriere della Lega Calcio. “Nel novembre 1978 – racconta la cronaca – fu vittima di un sequestro di persona avvenuto a Milano. La sua prigionia duro’ 11 mesi, fu liberato dopo il pagamento di un riscatto di un miliardo e mezzo di lire. Mori’ per infarto nel 1983 pochi mesi dopo il suicidio della moglie.
A Gazzoni e’ andata meglio nella vita, a parte qualche folli’a amorosa, fino a quando il calcio che gli ha dato anche gioie non l’ha rovinato. Calciopoli gli ha “rubato” la sostanza economica e sportiva di un Bologna che aveva rilevato dai guai cosi’, per uno sfizio da gran signore, per godere qualche stagione che si era assicurato comprando prima Baggio (fui con lui quando bisogno’ convincere Ulivieri a farlo giocare) eppoi Signori. Eravamo amici dai tempi di una bella giovinezza a Bologna, quando c’era anche il fratello Germano, un abile imprenditore che non si sarebbe mai fatto imbrogliare dai calciotruffatori, ma mori’ in un incidente stradale; avevo conosciuto anche la madre, donna Idarica Frascara, che aveva aggiunto il suo nome nobile alla forse piu’ famosa famiglia bolognese del Commendator Gazzoni, creatore dell’Idrolitina, della Pasticca del Re Sole, del Resoldor “ah come respiro!”. Il gran signore che scendeva dai colli in citta’ con la carrozza a cavalli Nella scia, Giuseppe aveva creato la linea Dietor. Non gli era rimasto nulla. Ci vedemmo nell’autunno scorso e mi confermo’, sorridendo, che stava serenamente conservando l’onore.
ADDIO A GAZZONI, IL CALCIO GLI HA DATO GIOIE MA L’HA ROVINATO
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